Il grido di dolore dei nostri marò: "Soffriamo con dignità"

NEW DELHI. "Siamo soldati, soldati italiani, dobbiamo soffrire con dignità": lo ha detto il marò Massimiliano Latorre nel suo incontro a New Delhi con la delegazione di parlamentari italiani. "Ci auguriamo di tornare con onore".
"Molti indiano ci apprezzano e molti pregano per noi", ha detto Salvatore Girone. Noi, hanno aggiunto i due fucilieri "Ci aspettavamo da tanto la vostra iniziativa unitaria. Non immaginate quanto sia importante per noi questa missione, proprio per il suo carattere unitario".
Sulla vicenda, il governo ha scelto la linea "non degli urli, senza slabrature, con una posizione solida anche dal punto di vista giuridico:questa era la strada da seguire". Così il ministro degli Esteri Emma Bonino a Radio24,secondo cui all'origine della vicenda ci sono anche "personaggi che ora si agitano molto".
Un esempio? "La legge La Russa, il cui decreto prevedeva la presenza di militari su navi civili senza stabilire per bene le linee di comando, tutto questo sarà utile rivederlo".
Il governo indiano si é cacciato in un impiccio affidando il caso dei marò alla Nia, l'Agenzia Nazionale d'Investigazione: lo sostiene una fonte del ministero dell'Interno indiano, che parlando con l'Hindustan Times esplicita le difficoltà del governo di New Delhi nella gestione del caso, difficoltà evidenziate dai ritardi dell'inizio del processo ai due fucilieri del battaglione San Marco. "Quando si discute la questione del processo ai due marò italiani e i problemi inerenti al caso, perdiamo solo tempo", ha riferito al quotidiano la fonte anonima del ministero dell'Interno che ha partecipato a molte riunioni sulla vicenda. 
Il funzionario ammette che il ministero dell'Interno si é infilato in un pasticcio proprio all'inizio della vicenda, quando ha assegnato il caso alla Nia, agenzia specializzata in attacchi terroristici creata sulla scia degli attentati di Mumbai del 2011, che puo' applicare il Sua Act, che prevede la pena di morte in caso di omicidio. 
"La Corte Suprema voleva che il caso fosse affidato a una qualsiasi altra agenzia federale", prosegue la fonte. E persino i funzionari della Nia "non furono contenti della decisione del ministero e avrebbero voluto che il caso fosse affidato a un'altra agenzia".

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