Lo stragista di Manhattan: 'Volevo uccidere ancora'

di ANTONIO GAZZILLO - È stato Sayfullo Saipov a lanciare un furgone contro i passanti martedì lungo la strada che affianca l’Hudson River, uccidendo così 8 persone e ferendone altre 12.

Si tratta di un fervente musulmano di 29 anni immigrato legalmente nel 2010 dall’Uzbekistan. Ha una moglie e due figli e ha lavorato come autista per Uber; sul sedile del furgone che aveva noleggiato sono stati trovati anche dei coltelli e un messaggio: “ Lo Stato Islamico vivrà in eterno”.

L’uomo, che impugnava due pistole giocattolo, è stato fermato dal poliziotto Ryan Nash che gli ha sparato cinque colpi all’addome.
Ora si trova all’ospedale Bellevue nell’attesa di sapere se il suo destino sarà l’ergastolo o la morte mentre Trump vuole trasferirlo a Guantanamo, il carcere di Cuba.

Intanto la polizia ieri ha rintracciato Mukhammadzoir Kadirov, un altro uzbeko complice di Saipov, seguendo le istruzioni date sui social dall’Isis ai suoi militanti.

Di conseguenza l’Asia centrale è stata identificata come zona di estremismo ma il presidente dell’Uzbekistan ha promesso a Trump di usare ogni tipo di risorse nelle indagini.

C’è invece un’altra teoria secondo la quale l’uomo avrebbe maturato la sua vocazione terrorista proprio negli Stati Uniti, dove, di fronte alle contraddizioni della società americana, sarebbe diventato più religioso ed estremista.

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