Mar-a-Lago - Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha lasciato il suo hotel a West Palm Beach, in Florida, per recarsi al resort di Mar-a-Lago, dove è previsto un nuovo incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Si tratta del sesto colloquio tra i due leader dall’inizio dell’anno, secondo quanto riferito dal Times of Israel.
Al centro dell’agenda ci saranno il futuro della Striscia di Gaza e la questione iraniana, in un contesto regionale segnato da crescenti tensioni. L’incontro avviene mentre aumentano i timori di nuove possibili offensive israeliane contro nemici regionali, con il rischio di un’ulteriore destabilizzazione del Medio Oriente.
Netanyahu è partito da Israele ieri per la sua quinta visita negli Stati Uniti nel corso del 2025. In cima alle priorità dei colloqui figura il cessate il fuoco a Gaza, entrato in vigore lo scorso ottobre e che ha posto fine a una guerra durata due anni. La prima fase dell’accordo è stata in gran parte attuata: le forze israeliane si sono ritirate in nuove posizioni e Hamas ha rilasciato tutti gli ostaggi vivi e tutti tranne uno tra quelli deceduti.
Restano però forti incertezze sull’attuazione della seconda fase del piano in 20 punti promosso dall’amministrazione statunitense, che incontra ostacoli politici e di sicurezza significativi.
Intanto, dalla Striscia di Gaza arriva notizia di una nuova vittima civile. Un neonato di due mesi, Arkan Firas Musleh, è morto a Gaza City a causa del freddo provocato dalle incessanti piogge. Lo ha riferito il ministero della Salute dell’enclave, gestito da Hamas, precisando che il bambino è deceduto presso l’ospedale da campo di Saraya. La notizia riaccende l’attenzione sulle drammatiche condizioni umanitarie della popolazione civile, aggravate dalle difficoltà di accesso a ripari adeguati e assistenza sanitaria.
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