Manovra 2026, arriva il maxi-emendamento del governo: focus su imprese, Tfr e Piano Casa


Roma – È approdato alla commissione Bilancio del Senato il nuovo maxi-emendamento del governo alla Manovra 2026, che raccoglie le principali misure destinate alle imprese e ad altri settori strategici, originariamente previste in un decreto ad hoc. Il testo include risorse per crediti d’imposta, Transizione 5.0 e Zes, le novità sul Tfr, tra cui l’adesione automatica alla previdenza complementare per i neoassunti, un contributo da 1,3 miliardi a carico delle assicurazioni, le risorse per il Piano Casa e il rifinanziamento del Ponte sullo Stretto di Messina, alla luce delle ultime indicazioni della Corte dei Conti.

Imprese e crediti d’imposta

Il maxi-emendamento è stato definito dal ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, “depurato delle misure sulle pensioni per quanto riguarda le coperture”, concentrandosi sulle misure per le imprese già esaminate in commissione. Le nuove coperture finanziarie dovrebbero arrivare da piani Inps e da alcuni investimenti, secondo quanto spiegato dal ministro.

Tra le principali novità, è prevista l’istituzione di un fondo da 1,3 miliardi di euro per il 2026, finalizzato a incrementare le dotazioni di misure a favore delle imprese, con particolare riferimento ai crediti d’imposta da usufruire in compensazione tramite modello F24, per investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2025.

Tfr e previdenza complementare

Dal 1° luglio 2026 entrerà in vigore un meccanismo di adesione automatica alla previdenza complementare per i lavoratori dipendenti privati di prima assunzione, con facoltà di rinuncia entro sessanta giorni. La relazione tecnica stima un aumento graduale delle adesioni, con circa 100mila nuovi iscritti annui.

La platea dei datori di lavoro obbligati a versare il Tfr e a favorire l’adesione alla previdenza complementare viene ampliata: dal 2032 l’obbligo riguarderà le aziende con almeno 40 dipendenti, mentre per il biennio 2026-2027 il limite transitorio è fissato a 60 dipendenti.

Altri provvedimenti

Il maxi-emendamento include inoltre:

  • Modifiche su affitti brevi, dividendi e iperammortamento.

  • Raddoppio della Tobin Tax e introduzione di una tassa sui pacchi.

  • Voucher per scuole paritarie e possibilità di esenzione Imu per i Comuni.

  • Misure a sostegno del comparto delle armi per rafforzare produzione e commercio nel settore Difesa.

  • Rifinanziamento del Piano Casa, con stanziamento di 10 milioni di euro nel 2026, oltre ai 50 milioni già previsti per il disagio abitativo.

La misura sul Piano Casa ha suscitato critiche da parte delle opposizioni: secondo Daniele Manca (Pd) e Tino Magni (Avs), le risorse stanziate sono insufficienti e rischiano di trasformare l’intervento in una “mossa propagandistica”.

Reazioni politiche

Fonti della Lega hanno espresso soddisfazione per la mediazione raggiunta, che ha permesso di riformulare l’emendamento senza introdurre la stretta sulle pensioni, originariamente proposta dai tecnici del ministero dell’Economia. La strategia ha consentito di reperire risorse per le imprese in modo alternativo, evitando la necessità di un decreto separato.

Il maxi-emendamento rappresenta quindi il principale strumento del governo per portare a compimento le misure della Manovra 2026 relative a imprese, lavoro e investimenti strategici, con il prossimo passo che sarà il voto in commissione Bilancio del Senato.

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