Scontro in Parlamento sui ddl femminicidio e stupro: le opposizioni abbandonano la Commissione. “Tradito un patto”


Roma - Tensione altissima oggi tra maggioranza e opposizioni sul percorso parallelo dei due provvedimenti dedicati alla lotta alla violenza di genere: il ddl femminicidio e il ddl stupro. Nel pomeriggio gli esponenti dell’opposizione hanno abbandonato la Commissione Giustizia del Senato, dove era iniziato l’esame del disegno di legge sulla violenza sessuale che contiene la norma sul consenso, frutto di un raro accordo bipartisan nato su impulso di Giorgia Meloni ed Elly Schlein.

La protesta è scoppiata dopo che la Lega ha chiesto ulteriori approfondimenti e lo svolgimento di nuove audizioni, richiesta alla quale si sono uniti anche Fratelli d’Italia e Forza Italia. Le opposizioni, invece, avevano premuto per portare subito il testo in Aula, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, posizione alla quale si era associato anche il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Alla Camera le opposizioni chiedono lo stop al ddl femminicidio: richiesta respinta

La tensione si è immediatamente riflessa anche a Montecitorio. Le opposizioni – Avs, Iv, Pd e M5s – hanno chiesto la sospensione dell’esame del ddl femminicidio, in risposta allo stallo creatosi al Senato sul ddl stupri.

Bisogna sospendere il provvedimento finché la ministra Roccella non chiarirà cosa sta accadendo e se l’accordo esiste ancora”, ha dichiarato Marco Grimaldi (Avs).

La richiesta è stata però respinta dalla maggioranza, e, tra le polemiche, sono cominciate le dichiarazioni di voto sul provvedimento. Secondo fonti parlamentari dell’opposizione, si arriverà comunque al voto finale, pur in un clima segnato da accuse incrociate e forti tensioni politiche.

Le accuse: “Accordo tradito nella giornata contro la violenza sulle donne”

Durissimo il fronte delle opposizioni.

Oggi è stato tradito un patto di lealtà, e proprio nella giornata contro la violenza sulle donne”, ha accusato Andrea Quartini (M5s), definendo “inaccettabile” il comportamento della maggioranza.

La capogruppo del Pd Chiara Braga ha puntato il dito:
Quali sono le ragioni per cui la maggioranza viene meno a un accordo preso dal governo e dalla presidente del Consiglio? È una violenza non contro le opposizioni, ma contro le donne”.

Dopo il voto contrario alla sospensiva, i parlamentari di opposizione hanno preso la parola sugli ordini del giorno chiedendo chiarimenti alla ministra Eugenia Roccella, al centro delle critiche per la gestione del dossier.

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