Milano, il ritorno dell’incubo: Vincenzo Lanni, l’ex informatico già autore di due aggressioni, arrestato per l’accoltellamento di piazza Gae Aulenti


Milano, 4 novembre 2025
– È stato arrestato Vincenzo Lanni, il 59enne bergamasco accusato dell’aggressione alla dirigente di Finlombarda, colpita con un fendente al fianco sinistro nella mattinata di lunedì 3 novembre in piazza Gae Aulenti, cuore del nuovo skyline milanese. L’uomo, riconosciuto grazie alle immagini di videosorveglianza e identificato anche dalla sorella gemella, è stato rintracciato e fermato dai carabinieri in un hotel di via Vitruvio, dove alloggiava da alcuni giorni.

Dietro l’apparente casualità del gesto si nasconde una storia inquietante: dieci anni fa Lanni aveva già accoltellato due anziani nel Bergamasco, in due episodi distinti, confessando subito dopo i fatti.


Il precedente del 2015: “Ho accoltellato due anziani”

Era l’agosto del 2015 quando i carabinieri bussarono alla sua porta a Villa di Serio (Bergamo). Lanni, senza attendere domande, chiese: “Siete qui per i due anziani che ho accoltellato?” — una confessione spontanea che chiuse l’indagine ancor prima di cominciare.

In quell’occasione ferì due pensionati, Antonio Castelletti e Luigi Novelli, colpiti rispettivamente al torace e alla schiena. A spiegare la violenza, fu lui stesso davanti al pm: “Era una reazione alla frustrazione per la mia vita fallimentare”.

Ex programmatore informatico, senza famiglia né amici, Lanni viveva isolato dopo aver perso il lavoro nel 2012. Aveva smesso di frequentare il circolo scacchistico di Bergamo, dove era tesserato dal 1999. In preda alla depressione, raccontò di aver pensato al suicidio ma di non aver avuto il coraggio di togliersi la vita: “Essendo troppo vigliacco per uccidermi, ho deciso di uccidere qualcuno”.


La diagnosi psichiatrica e la condanna

Dopo l’arresto, venne giudicato parzialmente incapace di intendere e di volere a causa di un disturbo schizoide della personalità. Il tribunale lo condannò nel 2016 a otto anni di reclusione più tre anni in una struttura psichiatrica (Rems).

Durante il processo Lanni si dichiarò pentito, scrivendo una lettera di scuse alle vittime: “Non ero in me stesso, non ho mai voluto fare del male a nessuno”.

Negli ultimi anni era ospite della comunità 4Exodus nel Varesotto, ma giovedì 30 ottobre era stato allontanato per comportamenti pericolosi e incompatibili con le regole della struttura. Un provvedimento che ora sarà oggetto di accertamenti da parte degli inquirenti.


Il nuovo attacco a Milano

Cinque giorni dopo l’allontanamento dalla comunità, il 3 novembre, Lanni è riapparso in piazza Gae Aulenti. Indossava un giaccone sportivo, portava con sé una busta verde e un coltello da cucina con lama da 30 centimetri.

Alle 9 del mattino si è avvicinato alla 43enne Anna Laura Valsecchi, dirigente di Finlombarda, che si stava recando in ufficio, e l’ha colpita alle spalle con un solo fendente al fianco sinistro. L’aggressione è durata pochi secondi.

La donna, ferita gravemente, è stata trasportata al Niguarda, dove è stata operata d’urgenza: la prognosi resta riservata.


Il riconoscimento e l’arresto

Fondamentali per la cattura sono state le immagini delle telecamere di sicurezza e la testimonianza della sorella gemella del 59enne, che ha riconosciuto il fratello e avvisato i carabinieri.

Lanni è stato bloccato nella notte tra il 3 e il 4 novembre in un albergo vicino alla stazione Centrale, dove soggiornava da alcuni giorni. Nelle prossime ore sarà interrogato dal pm per chiarire la dinamica e il movente dell’aggressione.


Un caso che riapre il tema delle misure di sicurezza

Il caso Lanni riporta al centro il dibattito sulla gestione dei soggetti psichiatrici socialmente pericolosi, soprattutto dopo l’abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari.

L’uomo, infatti, era affidato a una struttura riabilitativa da cui era stato da poco escluso, senza che fosse stato ancora individuato un nuovo percorso di sorveglianza.

Un vuoto che, dieci anni dopo il primo episodio di violenza, ha permesso a Lanni di tornare a colpire.

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