Allerta aerea in Ucraina e tensioni internazionali: raid russi, blackout e droni in Belgio

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Kiev, 10 novembre 2025 – Nella serata di ieri è stato dichiarato un allarme aereo a Kiev e in diverse regioni ucraine, a causa della minaccia di possibili attacchi con armi balistiche, come riferito da Rbc-Ucraina citando l’Amministrazione militare di Kiev. Migliaia di cittadini si trovano al buio e senza riscaldamento a seguito dei raid russi contro le infrastrutture energetiche ucraine.

Droni sopra il Belgio

Parallelamente, secondo quanto riportato dal Kiev Independent e Deutsche Welle, tre droni sono stati avvistati ieri sera mentre sorvolavano la centrale nucleare di Doel, nel Belgio settentrionale. Negli ultimi giorni si sono registrati diversi avvistamenti di velivoli senza pilota non identificati nei pressi di altre infrastrutture strategiche belghe, alimentando timori per la sicurezza nazionale.

Diplomazia e tensioni internazionali

Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha espresso la volontà di ricucire i rapporti con gli Stati Uniti e si è detto pronto a incontrare il segretario di Stato Rubio, dopo il vertice saltato tra Trump e Putin a causa di incomprensioni tra i due ministri. Contestualmente, Lavrov ha criticato l’Unione Europea: l’ipotesi di utilizzare asset russi per sostenere Kiev, ha dichiarato, “è un inganno e una rapina”.

Intanto il Dipartimento di Stato statunitense stima che oltre 5 miliardi di dollari di armi americane destinate ai Paesi della NATO per l’Ucraina siano stati bloccati a causa dello shutdown negli Stati Uniti, aggravando le difficoltà militari ucraine.

Controversie diplomatiche

L’ambasciata russa ha attaccato il ministro italiano Calenda per il tatuaggio del tridente ucraino, definendolo “seguace dei nazisti”. La replica del politico italiano è stata immediata: “Sarete sconfitti come l’Urss”.

La situazione resta tesa sul fronte militare e diplomatico, con l’Ucraina alle prese con blackout energetici e minacce balistiche, mentre Europa e Stati Uniti cercano di coordinare la risposta a distanza tra limitazioni logistiche e pressioni politiche.

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