Palau - Ha confessato l’omicidio di Cinzia Pinna, la 33enne scomparsa l’11 settembre scorso a Palau, l’imprenditore Emanuele Ragnedda, 41enne di Arzachena, figlio di Mario e nipote di Francesco Ragnedda, famiglia nota per la produzione di vino. La confessione è avvenuta nel corso dell’interrogatorio davanti ai carabinieri e al procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, e Ragnedda ha indicato il luogo in cui si trovava il corpo: poco dopo, il cadavere della donna è stato ritrovato in un terreno vicino alla sua abitazione.
La Procura di Tempio Pausania ha aperto un’inchiesta per omicidio e occultamento di cadavere che ha portato a indagare due persone. Oltre a Ragnedda, è indagato un 26enne milanese, accusato di occultamento di cadavere e difeso dagli avvocati Nicoletta e Maurizio Mani. I legali hanno sottolineato che il loro assistito non conosceva la vittima e aveva solo una conoscenza superficiale di Ragnedda.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, la notte della scomparsa Cinzia Pinna aveva trascorso la serata in compagnia dei due indagati in un noto locale di Palau.
Il fermo e l’interrogatorio di Ragnedda
Ragnedda è stato fermato nel primo pomeriggio e portato in caserma per l’interrogatorio. Prima del fermo, aveva tentato la fuga a bordo di un gommone dal porto di Cannigione, ritrovato poi semi-distrutto sugli scogli di Baja Sardinia. All’arrivo dei carabinieri nella villa dei genitori, sempre a Baja Sardinia, l’uomo era armato.
Questa mattina, il casolare di sua proprietà nelle campagne di Palau è stato sottoposto a un accertamento tecnico irripetibile dai carabinieri del RIS di Cagliari. Gli investigatori stanno analizzando telefoni cellulari e un’arma da fuoco sequestrati durante le indagini.
L’allarme e le ricerche
A lanciare l’allarme erano stati i familiari della donna fin dalle prime ore del 12 settembre. La sorella di Cinzia aveva anche diffuso appelli sui social. La macchina delle ricerche ha visto impegnati volontari della protezione civile, carabinieri, vigili del fuoco di Arzachena e l’Unità di Comando Avanzato di Sassari, con unità cinofile, SAPR e droni, setacciando le campagne di Palau e la zona di Capo Ferro a Porto Cervo.
Chi è Emanuele Ragnedda
L’imprenditore fa parte di una famiglia di produttori vinicoli di rilievo. Il padre Mario è stato uno dei fondatori della cantina Capichera, recentemente ceduta, mentre Emanuele ha fondato l’azienda ConcaEntosa tra Arzachena e Palau. Tra le sue produzioni più note, il Vermentino Disco Volante IGT 2021, definito “il bianco più caro d’Italia”, venduto fino a 1.800 euro a bottiglia.
Il suo avvocato, Luca Montella, ha dichiarato: “Aspettiamo con serenità gli esiti degli accertamenti dell’autorità giudiziaria. Per il momento non rilasceremo altre dichiarazioni”.
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