Milano – Saranno l’autopsia e le immagini delle telecamere del palazzo di via Zuretti a chiarire le circostanze della morte di Maurizio Rebuzzini, 74 anni, critico fotografico trovato agonizzante mercoledì sera sul pianerottolo del suo laboratorio dal figlio Filippo. Nonostante l’intervento dell’ambulanza, l’uomo è deceduto all’ospedale Fatebenefratelli.
“Non penso a un’aggressione, non può essere stato aggredito, era amato da tutti”, ha dichiarato il figlio. Tuttavia, alcune ecchimosi sul corpo, compatibili con uno strozzamento, hanno spinto i medici a far intervenire gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Milano e della Scientifica, che hanno eseguito rilievi nell’appartamento, trovato con la porta aperta e senza segni di effrazione o furto. Cellulare e soldi erano al loro posto, circostanza che rende improbabile l’ipotesi di una rapina.
Mercoledì sera, non avendo notizie del padre per tutta la giornata, Filippo si era recato al laboratorio, trovandolo a terra e senza sensi. “Ho anche cercato di rianimarlo”, racconta. Sul ballatoio erano in corso dei lavori, e alcuni vicini ipotizzano un possibile incidente. Tuttavia, i segni sul collo hanno portato il pm di turno Maria Cristina Ria ad aprire un’inchiesta per omicidio volontario, con accertamenti che includeranno anche i tabulati telefonici delle persone a lui vicine.
Un vicino ha raccontato di aver sentito delle grida durante la serata, ritenute probabilmente richieste di aiuto, mentre gli agenti della Mobile hanno acquisito le registrazioni delle telecamere, eseguito rilievi e iniziato a sentire i testimoni.
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