Gaza City, 17 luglio 2025 – Tre morti e nove feriti è il bilancio del raid israeliano che ha colpito la Chiesa della Sacra Famiglia, l’unico luogo di culto cattolico attivo nella Striscia di Gaza. Tra i feriti, anche il parroco Padre Gabriel Romanelli, rimasto colpito in modo lieve a una gamba. L’attacco ha provocato sdegno a livello internazionale, con forti reazioni provenienti da ambienti religiosi e istituzioni politiche.
Il Patriarcato latino: “Morte e distruzione ovunque”
A denunciare l’accaduto è stato il Patriarcato latino di Gerusalemme, che in una nota ha espresso dolore per la tragedia, sottolineando come non sia un caso isolato:
“Questa tragedia non è più grave o più terribile delle tante altre che hanno colpito Gaza. Molti altri civili innocenti sono stati feriti, sfollati e uccisi. Morte, sofferenza e distruzione sono ovunque.”
Meloni: “Inaccettabili gli attacchi alla popolazione civile”
Dura la reazione della Premier italiana Giorgia Meloni, che ha condannato con fermezza l’accaduto:
“I raid israeliani su Gaza colpiscono anche la chiesa della Sacra Famiglia. Sono inaccettabili gli attacchi contro la popolazione civile che Israele sta dimostrando da mesi.”
Sulla stessa linea anche il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha definito l’episodio un atto di gravità estrema:
“Un atto grave contro un luogo di culto cristiano. Gli attacchi dell’esercito israeliano non sono più ammissibili.”
La Casa Bianca: Trump chiede chiarimenti, Netanyahu ammette l’errore
Negli Stati Uniti, la portavoce Karoline Leavitt ha riferito di un colloquio tra Donald Trump e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, nel quale è stata chiesta una spiegazione dell’attacco. Netanyahu ha successivamente rilasciato una dichiarazione ufficiale:
“Israele si rammarica profondamente che un colpo vagante abbia colpito la Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza. Ogni vita innocente persa è una tragedia. Condividiamo il dolore delle famiglie e dei fedeli.”
Un attacco che scuote anche il mondo cristiano
La Chiesa della Sacra Famiglia, punto di riferimento per la piccola comunità cristiana di Gaza, era già stata più volte segnalata come luogo protetto da civili rifugiati. L’attacco riapre il dibattito sull’efficacia delle garanzie israeliane in merito alla protezione dei civili e dei luoghi sacri, e solleva nuove preoccupazioni diplomatiche sulla condotta delle operazioni militari in corso nella Striscia.
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