19 LUGLIO 2025 – Una svolta inattesa nel tormentato scacchiere mediorientale: Israele e Siria hanno concordato un cessate il fuoco, un’intesa che – secondo quanto dichiarato dall’ambasciatore statunitense in Turchia, Tom Barrack – è stata sottoscritta anche da Turchia, Giordania e altri Paesi della regione.
In una dichiarazione di forte valore simbolico e politico, Barrack ha invitato drusi, beduini, sunniti e tutte le minoranze coinvolte nel conflitto siriano a deporre le armi, auspicando la nascita di “una nuova e unita identità siriana, in pace e prosperità con i suoi vicini”.
80.000 sfollati nel sud della Siria
Nonostante la notizia dell’intesa, la situazione umanitaria resta critica. Secondo dati diffusi dalle Nazioni Unite, sono oltre 80.000 le persone sfollate a causa delle recenti violenze settarie nel sud della Siria, scoppiate la scorsa settimana. Molti civili sono fuggiti dalle aree di Daraa e Quneitra, cercando rifugio lungo i confini con Giordania e Libano.
Trump: “Recuperati ostaggi, a breve altri 10”
Nel frattempo, il presidente americano Donald Trump è tornato a parlare del conflitto a Gaza, dichiarando che sono stati “recuperati la maggior parte degli ostaggi” e annunciando l’arrivo di altri 10 ostaggi liberati nei prossimi giorni. Trump ha auspicato “che la guerra a Gaza finisca presto”, ribadendo la necessità di una soluzione che porti alla fine delle ostilità e al ritorno alla stabilità nella regione.
Il Papa: telefonata con Netanyahu dopo attacco a chiesa a Gaza
Anche il Vaticano ha espresso forte preoccupazione per gli sviluppi del conflitto. Papa Leone XIV, secondo una nota della Sala Stampa Vaticana, ha ricevuto nella mattinata una telefonata dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dopo l’attacco dell’esercito israeliano che ha colpito la Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza.
Durante il colloquio, il Pontefice ha rinnovato il suo appello per un immediato cessate il fuoco e ha chiesto di rilanciare l’azione negoziale, sottolineando la necessità di tutelare le popolazioni civili e i luoghi di culto in ogni circostanza.
Verso un nuovo equilibrio?
L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Siria, se confermato e rispettato, potrebbe rappresentare un importante punto di svolta in una regione segnata da anni di guerre civili, crisi umanitarie e tensioni transfrontaliere. Il coinvolgimento diretto di attori regionali come Turchia e Giordania, insieme all’attivismo diplomatico degli Stati Uniti, sembra indicare una nuova volontà politica di ricostruire stabilità e coesistenza, almeno in parte del Medio Oriente.
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