MILANO – Non si sono fatte attendere le reazioni politiche dopo la richiesta della Procura di Milano di arresto per sei persone nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica. Tra gli indagati figurano Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana del Comune, e l’imprenditore Manfredi Catella, per i quali la Procura ha chiesto i domiciliari. Per altri quattro soggetti, tra cui un ex presidente e un membro della commissione paesaggio, è stato invece chiesto il carcere. Le accuse principali sono corruzione e falso.
L’inchiesta ha scatenato dure critiche verso l’amministrazione del sindaco Giuseppe Sala, con il Movimento 5 Stelle che chiede al primo cittadino di “togliere il disturbo”. Agostino Santillo, deputato M5S e vicepresidente della Commissione Ambiente, ha denunciato un “sistema malato e parallelo” fatto di “imprenditori senza scrupoli e persone con ruoli di responsabilità nelle istituzioni”.
Santillo ha inoltre attaccato il governo Meloni per aver sostenuto un decreto “Salva Milano” che, a suo dire, “protegge affaristi e speculatori del cemento”, e ha chiesto il ritiro immediato di questa norma, oltre a un’inchiesta parlamentare per fare luce sui rapporti tra politica, amministrazione e grandi gruppi immobiliari.
Dalla Lega, Silvia Sardone, vicesegretaria e consigliere comunale, ha invitato il sindaco Sala a “spiegare cosa accadeva in Comune”. Pur sottolineando la presunzione di innocenza e la necessità di evitare processi mediatici, Sardone ha evidenziato come “il settore urbanistico sia paralizzato” e come la giunta abbia mostrato “incapacità” nel rilancio della città. Tra i temi critici citati vi sono il caos sulla vicenda dello stadio di San Siro e la sospensione improvvisa della riqualificazione di Piazzale Loreto.
Fratelli d’Italia si è unita alle critiche, sottolineando che “Milano merita un’altra guida”.
Nel frattempo, la Guardia di Finanza ha avviato perquisizioni e sta notificando agli indagati le convocazioni per gli interrogatori preliminari davanti al gip. Le misure cautelari richieste – arresti domiciliari e carcere – non vanno confuse con le pene definitive, ma sono parte delle indagini preliminari.
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