RACALE – Si sono svolti questa mattina, nella chiesa di San Giorgio Martire, i funerali di Teresa Sommario, la donna di 52 anni tragicamente uccisa martedì scorso nella propria abitazione in un drammatico gesto di follia da parte del figlio, Filippo Manni, 21 anni. Un omicidio che ha profondamente scosso la comunità e che oggi ha trovato il suo momento più straziante nel silenzio composto e nel dolore condiviso di un intero paese.
Una folla numerosa – composta da parenti, amici, conoscenti, vicini di casa e semplici cittadini – ha affollato la chiesa per dare l’ultimo saluto a Teresa. Presenti anche le autorità locali e l’ex marito, Daniele Manni, visibilmente provato dalla tragedia che ha colpito la sua famiglia.
A celebrare il rito funebre è stato don Pasquale Fabbiano, parroco della comunità , che durante l’omelia ha scelto parole cariche di significato e compassione, rivolgendosi in particolare ai giovani e alle famiglie:
“Non condanniamo, ma ascoltiamoci di più, dialoghiamo, amiamoci. Solo così possiamo provare a prevenire certe tragedie che ci colpiscono e ci tolgono il fiato.”
All’uscita della bara, ricoperta di fiori bianchi, il silenzio è stato rotto solo dai singhiozzi dei parenti e da un lungo applauso, lacerato dal dolore, che ha accompagnato Teresa verso il suo ultimo viaggio. Una comunità intera si è stretta attorno al ricordo di una madre che, come ha ricordato il parroco, “ha dato tutto, e meritava solo amore.”
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Filippo Manni avrebbe agito in preda a un raptus, scaturito da un diverbio con la madre. Dopo l’omicidio, avrebbe vagato in stato confusionale fino al momento del fermo da parte dei carabinieri, ai quali ha poi confessato il gesto. Attualmente si trova in carcere, in attesa degli esiti di una perizia psichiatrica disposta dalla Procura per valutarne le condizioni mentali.
Le indagini sono tuttora in corso, nel tentativo di ricostruire nel dettaglio le dinamiche dell’accaduto e di capire se vi fossero segnali pregressi di disagio o fragilità psichica mai emersi.
Una tragedia familiare che lascia sgomenti, solleva interrogativi e impone riflessioni. Oggi Racale si è fermata per Teresa, per una vita spezzata in modo atroce, per un dolore che si fa collettivo. Ma anche per ascoltare un messaggio che, dal pulpito, ha provato a indicare una strada:
“In questa tragedia – ha detto don Fabbiano – impariamo a costruire legami più veri, più umani. Perché nessuno si senta mai solo, né genitore, né figlio.”
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