Los Angeles in rivolta contro l’invio dei migranti a Guantanamo: proteste, coprifuoco e arresti


LOS ANGELES
 – Non si fermano le proteste a Los Angeles dopo l’annuncio shock dell’amministrazione Trump sull’invio di 9.000 migranti, tra cui anche cittadini italiani, nel carcere di massima sicurezza di Guantanamo. Le manifestazioni, scoppiate in più punti della città, sono proseguite nonostante il coprifuoco imposto dalla sindaca Karen Bass, e hanno portato a decine di arresti.

La tensione è salita alle stelle nella notte appena trascorsa. Bass, intervenendo in conferenza stampa, aveva annunciato un coprifuoco notturno dalle ore 20 alle 6 del mattino (ora locale), nelle aree centrali della seconda città più grande degli Stati Uniti. Una misura straordinaria, motivata dalla necessità di contenere episodi di vandalismo e saccheggi, già registrati nei giorni precedenti.

Ma l’appello non ha fermato i manifestanti. Centinaia di persone sono tornate in strada, in particolare nella zona tra First Street, Spring e Alameda, sfidando il divieto e chiedendo a gran voce l’annullamento del piano federale. Il Dipartimento di polizia di Los Angeles ha confermato che sono stati effettuati arresti di massa e ha parlato di “assembramento illegale”.

In un messaggio pubblicato su X (ex Twitter), le autorità hanno avvertito: “Diversi gruppi continuano a radunarsi nella zona interdetta. Sono stati avviati arresti di massa per ripristinare l’ordine pubblico”.

Il governatore Newsom: “La democrazia è sotto attacco”

Il governatore della California, Gavin Newsom, ha condannato duramente le decisioni della Casa Bianca, denunciando un attacco diretto ai principi democratici. “La democrazia è sotto attacco davanti ai nostri occhi – ha dichiarato –. Trump sta devastando il progetto storico dei nostri padri fondatori”.

Newsom ha parlato di una vera e propria retata militare in corso a Los Angeles, denunciando la strategia autoritaria dell’ex presidente: “I regimi autoritari iniziano prendendo di mira le persone più vulnerabili. Ma non si fermano lì. Questo riguarda tutti noi. La California potrebbe essere solo l’inizio, ma altri Stati seguiranno”.

Cresce la preoccupazione internazionale

L’ipotesi che cittadini stranieri – inclusi italiani – possano essere trasferiti in una struttura penitenziaria come Guantanamo, storicamente associata alla detenzione senza processo di sospetti terroristi, ha suscitato forte allarme anche a livello internazionale. Non sono ancora chiare le modalità con cui il governo intenda procedere, né i criteri con cui sono stati selezionati i migranti destinati al trasferimento.

Intanto a Los Angeles si teme un’escalation. Le autorità locali, pur cercando di contenere le proteste, devono affrontare una cittadinanza sempre più mobilitata contro quella che viene definita una “svolta autoritaria” senza precedenti nella storia recente degli Stati Uniti.

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