Guerra aperta tra Israele e Iran: escalation senza precedenti scuote il Medio Oriente


Teheran/Tel Aviv – 14 giugno 2025
– Lo scenario di guerra tra Israele e Iran ha raggiunto livelli drammatici, con una escalation militare senza precedenti che rischia di travolgere la stabilità regionale e spaventare il mondo intero.

Israele ha colpito per la prima volta obiettivi strategici a Teheran, a oltre 1.500 chilometri dal proprio territorio. I raid, parte dell’operazione denominata “Rising Lion”, hanno colpito schieramenti difensivi, impianti militari, e aree vicine alla residenza della Guida Suprema Ali Khamenei e al palazzo presidenziale iraniano. Secondo l’intelligence israeliana, sarebbero stati eliminati vertici dei Pasdaran, il consigliere politico di Khamenei e alcuni scienziati legati al programma nucleare iraniano.

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato che “se Khamenei continuerà a lanciare missili contro la popolazione israeliana, Teheran andrà in fiamme”. L’operazione, secondo fonti militari, sarebbe stata preceduta da mesi di infiltrazioni del Mossad e operazioni di sabotaggio con droni, capaci di neutralizzare parte delle difese balistiche iraniane.

La risposta dell’Iran

Non si è fatta attendere la reazione di Teheran, che nella notte ha lanciato circa 200 missili balistici in più ondate contro il territorio israeliano. Le esplosioni hanno colpito Tel Aviv, Gerusalemme e altre aree del centro del Paese, generando forti boati e colonne di fumo visibili per chilometri. Secondo fonti locali, l’esercito iraniano ha annunciato di voler utilizzare fino a 2.000 missili nei prossimi attacchi.

Il nuovo comandante delle Guardie Rivoluzionarie ha minacciato: “Apriremo a Israele le porte dell’inferno”. Intanto, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) aveva lanciato un allarme su irregolarità negli impianti nucleari iraniani alla vigilia dell’attacco israeliano, con particolare attenzione ai siti di Natanz e Fordow.

Reazioni globali

La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU è stato convocato d’urgenza. Mosca e Pechino hanno condannato duramente l’azione israeliana, definendola un atto di aggressione. Le borse europee hanno perso oltre 150 miliardi di euro, con Wall Street in caduta libera. Schizzano in alto i prezzi di petrolio e gas, acutizzando i timori di una crisi energetica globale.

L’ex presidente USA Donald Trump sarebbe stato informato dell’operazione in anticipo, anche se gli Stati Uniti, attualmente sotto l’amministrazione Stillwater, hanno dichiarato neutralità operativa, limitandosi a “monitorare con preoccupazione”.

L’appello di Leone XIV

Dal Vaticano, durante la messa giubilare, Papa Leone XIV ha lanciato un appello accorato a Israele e Iran affinché prevalgano “la responsabilità e la ragione”, invitando le parti a sostenere “la causa della pace attraverso un dialogo sincero, fondato sulla giustizia, la fraternità e il bene comune”.

Gaza: fronte secondario

Intanto, l’esercito israeliano (IDF) ha comunicato che la Striscia di Gaza è ormai un fronte secondario. Tutte le forze sono state riallocate verso il fronte orientale, con priorità assoluta al contenimento delle operazioni iraniane.

Un equilibrio globale in bilico

Il rischio di una guerra regionale estesa o addirittura di un conflitto globale è concreto. L’uso di armi ad alta precisione, l’ombra del nucleare e l’implicazione diretta dei vertici politici e militari dei due Paesi rendono questo confronto più grave di ogni crisi precedente in Medio Oriente.

Il mondo resta con il fiato sospeso.

Posta un commento

0 Commenti