GAZA CITY – Ancora sangue nella Striscia di Gaza. Almeno 21 palestinesi sono stati uccisi e oltre 30 feriti in un attacco della Marina israeliana contro il porto di Gaza City, come riportato dal quotidiano israeliano Haaretz, che cita fonti mediche locali. Tra le vittime ci sarebbero prevalentemente donne e bambini, in quello che si profila come uno dei bombardamenti più gravi degli ultimi giorni.
La notizia arriva mentre cresce la pressione internazionale per un cessate il fuoco. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha chiesto un accordo di tregua entro una settimana, ma una riunione del gabinetto di sicurezza israeliano, convocata d’urgenza, si è conclusa senza alcuna decisione ed è stata aggiornata a oggi.
Nel frattempo, i raid israeliani si sono intensificati, facendo salire a 85 i morti nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute di Hamas. Il bilancio complessivo dall’inizio delle ostilità, il 7 ottobre 2023, sarebbe salito a oltre 56.500 vittime, in gran parte civili.
Tensione diplomatica e mediazioni in corso
Secondo Hamas, il premier israeliano Benjamin Netanyahu continua a porre “condizioni impossibili” per il cessate il fuoco. Tuttavia, la leadership del movimento islamista ha accolto con favore un tentativo di mediazione proposto dall’intelligence turca, focalizzato soprattutto sulla fornitura urgente di aiuti umanitari alla popolazione stremata dalla guerra.
Oggi riunione al Consiglio di Sicurezza dell’ONU
La comunità internazionale torna a riunirsi oggi: il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si confronterà nuovamente sulla crisi nella Striscia di Gaza, tra gli appelli a un cessate il fuoco e la richiesta di accesso sicuro per aiuti e soccorsi.
La situazione resta drammatica, mentre le organizzazioni umanitarie sul campo continuano a denunciare condizioni catastrofiche, con migliaia di sfollati, ospedali al collasso e interi quartieri rasi al suolo.
La popolazione civile paga ancora il prezzo più alto di un conflitto che sembra lontano da una soluzione.
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