La tensione in Medio Oriente è nuovamente salita alle stelle dopo un attacco condotto da Israele contro obiettivi in Iran. L’operazione ha suscitato forti reazioni a livello internazionale e preoccupazioni per un’escalation militare nella regione.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha confermato in un’intervista a Fox News di essere stato informato in anticipo dell’attacco israeliano. Tuttavia, ha precisato che Washington non è direttamente coinvolta nell’operazione. “Gli Stati Uniti non hanno partecipato, ma abbiamo informato almeno un alleato chiave della regione per segnalare l’imminente offensiva”, ha spiegato Trump.
Durante l’intervista, il presidente ha anche rilanciato l’allarme sul programma nucleare iraniano: “L’Iran non può non avere una bomba nucleare”, ha detto, lasciando però uno spiraglio alla diplomazia. “Speriamo di tornare al tavolo delle trattative. Vedremo.”
Massima allerta per il rischio di ritorsioni
L’amministrazione statunitense sta monitorando attentamente l’evolversi della situazione, timorosa di una possibile ritorsione da parte di Teheran. Il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) è stato posto in stato di massima allerta. Trump ha ribadito che gli Stati Uniti “sono pronti a difendere se stessi e Israele” in caso di attacchi iraniani.
Difese schierate a protezione delle truppe americane
In un contesto di crescente instabilità, gli Stati Uniti hanno rafforzato le misure di sicurezza per le proprie forze nella regione. Secondo quanto riportato dal New York Times, il Pentagono ha disposto lo schieramento di sistemi di difesa aerea per proteggere i circa 40.000 soldati americani attualmente dislocati in oltre dieci basi militari in Medio Oriente. La mossa è parte di una strategia di deterrenza per evitare che le tensioni degenerino in un conflitto su larga scala.
La comunità internazionale segue con apprensione l’evolversi della crisi, nella speranza che le parti coinvolte evitino ulteriori azioni che possano compromettere la stabilità già fragile della regione.
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