Cinema, tutti gli Stati lo finanziano


FRANCESCO GRECO.
ROMA - Avevamo abbozzato un docu-film su Mariangela Melato, attrice cult dell’altro secolo. E timidamente, in un giorno d’estate, ci affacciammo a Piazza Santa Croce in Gerusalemme, sede del Mibact (ministro era Dario Franceschini) a chiedere se ce lo finanziavano.

Non ci sono molte speranze se non sei del giro, se non hai agganci e amicizie.

In questi giorni monta la polemica sui film finanziati dallo Stato. Particolare curioso: i più aggressivi sono i giornali attaccati alla greppia pubblica, senza la quale i loro giornalisti dovrebbero andare a lavorare.

Ma tutti i Paesi hanno una cinematografia pubblica. Dall’India alla Nigeria alla Cina.

Il regista sovietico Andrej Tarkovskij (foto) nella sua breve carriera (1932-1986, morì di cancro ai polmoni) ha girato sette film. Sei glieli ha finanziati l’URSS.

Tanti pensano che se n’è andato in Occidente (Italia e Francia) perché perseguitato.

In un’intervista del 2019 il figlio Andrej ha smentito: emigrò a causa della burocrazia sovietica nell’elargire i finanziamenti.

In Europa gli andò anche peggio, povero Andrej: girò un solo film, fra Roma, Milano, Torino e la Toscana, titolo emblematico: “Nostalghia”.

Torniamo alla mattinata al Mibact.

A un certo punto vedemmo spuntare Lina Wertmuller e ci sembrò naturale chiedere aiuto: era stata lei a consacrare la Melato come star. La affrontai:

“Signora Wertmuller, lei che ha fatto i soldi col cinema, ci aiuta a produrre un docu-film sulla Melato?”.

Mi guardò accigliata, ci pensò su un istante e rispose:

“Sono qui per il vostro stesso motivo…”. Sparì nelle stanze, aveva un appuntamento.

In fondo al corridoio apparve Pupi Avati.

E torniamo alla polemica: come si fa a sapere se un film sarà attivo o passivo? Su dieci che lo Stato finanzia, uno o due incasseranno e recupereranno i soldi.

Tempo fa partecipai al “Rossellini” a una masterclass sulla produzione. Intervenne la produttrice Laurentina Guidotti, disse che “Cresceranno i carciofi a Mimongo”, 1996 (storia di disoccupati romani che trovano una strada come contadini in Africa), era costato 200 milioni, aveva incassato 5 miliardi. Aveva preso il contributo di legge.

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