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GAZA – Un nuovo drammatico capitolo si aggiunge alla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. Sarebbero almeno 36 i morti nel raid israeliano che ha colpito ieri una scuola utilizzata come rifugio per sfollati nella città di Gaza. La notizia, riportata da fonti locali, ha scatenato forti reazioni nella comunità internazionale, mentre si attendono possibili sviluppi sul fronte degli ostaggi.
L’inviato americano Brett Witkoff, intervenendo ieri sera, ha espresso speranza per progressi nel negoziato sugli ostaggi “tra oggi e domani”, lasciando intendere che sono in corso trattative sensibili tra le parti coinvolte.
Avviata la distribuzione di aiuti alimentari dalla GHF
Sul fronte umanitario, la Gaza Humanitarian Foundation (GHF) – sostenuta dagli Stati Uniti e da Israele – ha annunciato l’avvio delle proprie operazioni sul campo. I primi camion carichi di generi alimentari sono giunti nei nuovi centri di distribuzione all’interno della Striscia. Da lì, gli aiuti sono stati smistati a gruppi selezionati di cittadini palestinesi, come confermato anche attraverso alcune fotografie ufficiali diffuse dall’organizzazione.
La GHF ha precisato che non è ancora in grado di quantificare l’entità complessiva degli aiuti distribuiti, ma assicura che nuove consegne sono previste per domani, con un flusso destinato a crescere nei giorni successivi. L’annuncio giunge anche in risposta a critiche riportate dai media israeliani, secondo cui la fondazione non avrebbe rispettato i tempi inizialmente previsti per l’implementazione dei soccorsi.
Accuse a Hamas: "Minacce ai gruppi umanitari"
La GHF ha inoltre denunciato presunte minacce di morte da parte di Hamas contro i gruppi locali che collaborano con l’iniziativa. Secondo la fondazione, sarebbero in atto anche tentativi di ostacolare fisicamente l’accesso dei civili ai centri di distribuzione.
Il contesto resta estremamente teso, con civili intrappolati tra le operazioni militari in corso e le difficoltà logistiche legate alla consegna degli aiuti. Le Nazioni Unite e le ONG internazionali continuano a lanciare appelli per un cessate il fuoco umanitario immediato e per l’apertura di corridoi sicuri per la popolazione.
In un clima segnato da devastazione e incertezza, la Striscia di Gaza resta al centro di una delle più gravi emergenze umanitarie contemporanee.
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