Trump celebra i primi 100 giorni del secondo mandato: “È solo l’inizio della nuova età dell’oro”


Il presidente annuncia flessibilità sui dazi auto, lascia intravedere un'intesa con l'India e lancia un messaggio al Vaticano: “C’è un bravo cardinale a New York”

Washington/Michigan – “I migliori 100 giorni di sempre, ed è solo l'inizio”. Così Donald Trump ha celebrato i primi tre mesi del suo secondo mandato da presidente degli Stati Uniti, parlando a tutto campo con i giornalisti nei pressi del Marine One, pronto al decollo per raggiungere il Michigan, dove ha tenuto un comizio davanti a una folla di sostenitori.

Una dichiarazione d’intenti forte e simbolica, quella del tycoon: festeggiare nel cuore dell’industria automobilistica americana, mentre rilancia la sua visione protezionistica con sfumature di flessibilità e nuove aperture internazionali.

Dazi auto: firmato il decreto per ridurre la pressione

Tra le misure più rilevanti di queste prime settimane, Trump ha firmato un ordine esecutivo volto ad alleggerire l’impatto dei dazi sulle auto. Le tariffe del 25% per le vetture importate negli Stati Uniti resteranno in vigore, ma saranno evitati aumenti aggiuntivi su acciaio e alluminio, che avrebbero colpito ulteriormente l’intero comparto.

Non solo: dal 3 maggio, i produttori automobilistici che assemblano e vendono veicoli negli Stati Uniti potranno ottenere rimborsi fino al 3,75% del valore dell’auto sui componenti tassati. Una mossa studiata per sostenere le aziende “che investono in America” e incentivare la produzione domestica.

Non sono affatto preoccupato per il settore auto”, ha ribadito Trump, ma ha anche lanciato un avvertimento: “Le aziende che non porteranno la produzione negli Stati Uniti saranno massacrate dalla nostra politica commerciale”.

Intese internazionali: segnali distensivi verso India e Cina

Nel corso del punto stampa, Trump ha parlato anche di relazioni internazionali, soffermandosi in particolare sull’India, definita un Paese “che sta andando alla grande”. Il presidente ha fatto sapere che potrebbe esserci un accordo in vista con Nuova Delhi, soprattutto sul piano commerciale, segnalando un nuovo corso nei rapporti bilaterali.

E su Pechino, l’ex tycoon non ha rinunciato al consueto stile diretto: “Troveremo un accordo equo con la Cina. Pechino vuole un’intesa, noi la vogliamo: accadrà”. Parole che fanno intravedere la volontà di superare le tensioni degli anni passati, pur nel segno del vantaggio strategico per gli USA.


Uno sguardo al Vaticano: “C’è un bravo cardinale a New York”

In un passaggio più inusuale del suo intervento, Trump ha rivolto l’attenzione anche al Vaticano e al dopo-Francesco, in attesa del prossimo Conclave. Interrogato sul tema, ha risposto con una battuta carica di significato: “C’è un bravo cardinale a New York”, riferendosi a Timothy Dolan, arcivescovo della metropoli e figura nota per le sue posizioni conservatrici.

Una dichiarazione che non passerà inosservata, specie alla luce dei delicati equilibri interni alla Chiesa cattolica e del ruolo geopolitico che il nuovo Pontefice potrà ricoprire.

Un nuovo inizio?

Con queste mosse, Trump si prepara a modellare il suo secondo mandato come una fase di consolidamento e rilancio della sua agenda “America First”, ma con aperture tattiche e nuovi interlocutori globali. Per il presidente, “l’età dell’oro è appena cominciata” – e a giudicare dalle sue parole, la battaglia per il primato industriale, commerciale e culturale è tutt’altro che finita.

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