MILANO - Alla Camera è in corso il dibattito sulla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni nei confronti del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in merito al caso Almasri. Il generale libico, inizialmente arrestato in Italia su richiesta della Corte penale internazionale, è stato poi liberato e riportato in patria, scatenando polemiche politiche. La mozione non ha ricevuto il sostegno di Azione, che ha annunciato l'uscita dall'Aula al momento del voto. Dopo le repliche del ministro, si procederà con le dichiarazioni di voto e la votazione.
Nordio: il tempo preso è stato un atto dovuto
Nel suo intervento di replica, Nordio ha difeso la propria gestione del caso Almasri, affermando: "Il tempo, tra l'altro di 48 ore, che il ministro si è preso per cercare di capire gli aspetti delle accuse ad Almasri, non è stato un tempo dedicato a favorirne la fuga, l'uscita o la liberazione, ma è stato un atto dovuto per rapportarsi con chi di competenza e valutare se l'arresto dovesse avere un seguito. Ciò è stato confermato dal fatto che quell'atto era così sbagliato che la stessa Corte lo ha successivamente modificato".
Nordio attacca le opposizioni
Il ministro ha poi risposto duramente alle critiche ricevute: "Le osservazioni dell'opposizione ricordano i libelli dell'Inquisizione dei secoli scorsi, mancano solo l'accusa finale di simonia e bestemmia e siamo a posto". Nordio ha elencato una serie di temi che sono stati sollevati nel dibattito, tra cui "il numero dei suicidi in carcere, il sovraffollamento carcerario, i magistrati fuori ruolo, il panpenalismo, la salute nelle carceri, la crociata contro le intercettazioni, il dossieraggio dei parlamentari".
Il ministro ha poi risposto alle accuse del deputato Giachetti: "Giachetti è rimasto deluso dalla denuncia avanzata contro di me come concorrente nel reato per i suicidi in carcere, che non ha avuto seguito. Quando scatta la responsabilità del ministro per i suicidi? Per quale numero? Se anche solo uno dei suicidi fosse stato imputabile al ministro della Giustizia, ci sarebbero stati processi. La spada della giustizia è un'arma senza impugnatura, che ferisce anche chi la brandeggia in modo improprio".
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