FRANCESCO GRECO - Ma del Mezzogiorno d’Italia che ne facciamo?
Lo dichiariamo, sic stantibus, un ospizio, un
cronicario, una rsa diffusa? Magari una piazza
metafisica alla De Chirico dove ci si dedica a un
consumismo straccione?
Perché c’è una forte discrepanza fra quello
narrato dalla propaganda alla Mulino Bianco dei
media in calore e quello reale.
Della Questione Meridionale non parla più
nessuno: rimozione totale. Siamo in carenza di
analisti e meridionalisti dai tempi di Salvemini,
De Viti De Marco, Sonnino, Nitti, fino a
Gramsci.
I politici continuano a definirlo una “risorsa”
per il Paese. Termine ormai così vago e
relativizzato che se te lo dicono hai la
tentazione di sporgere querela.
L’ennesima passerella in Puglia giorni fa
(Fondi di Coesione mentre la Corte
Costituzionale bocciava l’impianto della legge
Calderoli: da Oggi le Comiche) ha permesso a
politici locali e nazionali di esibirsi in una
narrazione senza contraddittorio, a turiboli
fumanti: casomai qualche cronista volesse fare
domande, è stato tenuto a distanza di
sicurezza.
Il Mezzogiorno è un ectoplasma, arranca, è
dato per perso. Tutti scappano appena
possono. Dopo essere stati formati in loco.
Non ha classe politica all’altezza
trasversalmente ai partiti: sono in massima
parte poveracci che si arrabattano per restare al
potere perché consola la loro vanità piccolo
borghese provenendo da un passato di disagio,
di fame, se non di origini ambigue. Come nasci
pasci dicevano i vecchi contadini del Sud.
Passerelle con sfoggio di buone intenzioni e
autoreferenzialità . Prendi la madre cristiana: è
giovane ma vecchia all’arte del populismo. Ha
detto che il Sud cresce dell’1%. Due mesi fa,
Fiera del Levante, dello O,9: ha arrotondato,
buon peso. A Trastevere direbbero: ce è o ce
fa?
I numeri non dicono nulla se non li si
confronto con quelli di prima. In quali scomparti
dell’economia? E quante aziende pugliesi sono
fallite causa sanzioni alla Russia dettate da
Draghi (2022)?
Il signore delle aragoste nella vasca da
bagno, ansioso del terzo mandato (ma manda
avanti De Luca) ha detto che i soldi porteranno
160mila posti di lavoro: in quali settori? A tempo
determinato o indeterminato? Altro populismo.
Propaganda.
Con la graduale riduzione della
decontribuzione di cui godono le aziende,
aumenterà il lavoro nero, già notevole.
Ora l’enfasi vende i soldi del PNRR spacciati
come doni da giornalisti trasfigurati manco
vedessero la Madonna. Cani da riporto, ansiosi
di un bocconcino. Bisogna tenere presenti 3
elementi: a) sono debiti a carico delle future
generazioni; b) prestiti da restituire con interessi
che qualcuno definisce da usura; c) con la
pressione fiscale alle stelle, sono un po’ di soldi
restituiti ai cittadini.
Boccone ghiotto, gerovital per certa politica per
procurarsi consenso con opere quasi sempre
inutili e restare dove sono grazie a leggi
elettorali mafiose.
La tragedia è più grave di quanto non viene
narrata: siamo dentro un grave decremento
demografico, lo chiamano “deserto”. Già in
progress, si va verso il suo parossismo.
Lo tragedia è sotto i nostri occhi. Ancora più
grave perché non legittimata e contrastata. Nei
prossimi anni l’Italia avrà 4 milioni di persone in
meno. Di cui l’82% al Sud (3,6 milioni).
I 15enni saranno ridotti di 1/3, i 30enni con
studi in fuga. Pensiamo all’amarezza dei
genitori che hanno fatto immensi sacrifici per far
studiare i figli, che ora sono soli e soli
moriranno: torneranno per seppellirli.
Ancora: chi darà lavoro? La pubblica
amministrazione intasata da piccolo borghesi
per motivi di consenso personale ai vari boss
politici (anche così nasce il debito pubblico),
non assorbe più. D’altronde, come fai ad
assumere bidelli se hanno distrutto la famiglia e
ogni anno si stenta a formare le classi?
L’artigianato è stato devastato: parole morte,
enunciazioni di principio, nessuno ha pensato al
passaggio generazionale per i mestieri, nelle
botteghe.
Il commercio subisce un grave danno: giÃ
oggi i negozi soffrono, sono vuoti, chiudono. Il
turismo, al di là delle passerelle, è ristretto a
poche settimane e il lavoro nero è sovrano.
Nessuno dice, o perché miope o per non
perdere consenso, ma è in atto la sostituzione
etnica temuta da Belpietro e il suo becero
razzismo (per lui tutti sono “clandestini”) e da
quelli che per lucrare un sudicio consenso
reazionario portano 10 migranti in Albania
senza sapere se le leggi lo consentono.
Per i magistrati che applicano la legge pronta
l’accusa di “comunista”. Una citazione che
rimanda indietro le lancette. Per 30 anni
l’abbiamo sentita da chi, partendo
dall’ambiguità , ha avuto il potere politico,
economico, mediatico e, lanciandola, voleva
coprire le sue nefandezze infinite, mentre si
portava a casa 7 mld di dollari, e rotti. Che ha
ricoverato all’estero. Da vero patriota. Con la
sinistra consociativa. L’ha chiamata “rivoluzione
liberale”. Anche per questo, come dice Rino
Formica, l’Italia è oggi “più povera e meno
libera”.
I bambini arabi, asiatici, neri, dell’Est, sono
nelle nostre scuole. Invece di criminalizzare,
bisognerebbe fare formazione ai migranti, ma
chi ci pensa? Meglio l’assistenzialismo con
progetti astratti, così mangiano anche i politici.
Servirebbe una nuova classe politica per il
nuovo ordine mondiale, invece abbiamo questi
acculturati su Novella 2000.
Intendiamoci: a noi questa ibridazione sta
bene. Anche per un fatto storico oltre che
umanitario. Siamo in una fase in cui popoli a cui
abbiamo rubato tutto (da dove vengono gli
obelischi delle nostre città ? E i musei non sono
ricchi di opere rubate?) arrivano a chiedere di
condividere un minimo di benessere. Abbiamo
distrutto popoli, civiltà : queste sono le
conseguenze. Cosa puoi fare se nasci in un
villaggio subsahariano dove per un po’ d’acqua
per cucinare e lavare il bambino ti devi fare 10
km a piedi?
E c’è anche un fattore genetico: i popoli
ibridati hanno un dna forte, quelli dove il sangue
gira sempre fra di loro debole. Gli ebrei, per
dire, che si sposano fra di loro, hanno un’alta
percentuale di suicidi.
Noi stessi siamo un’ibridazione: nei geni
abbiamo (li citiamo a caso): Greci, Romani,
Bizantini, Goti, Longobardi, Arabi, Svevi,
Angioini, Aragonesi e quant’altro.
Il sottoscritto ha un padre di origine greca e
una madre discendente degli Hoenstaufen. Non
abbiamo particolari disagi, nè paranoie.
Infatti stiamo scrivendo questo articolo...
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