Quel “santino” di Berlinguer

FRANCESCO GRECO - Santo subito! Chi? Ma Enrico Berlinguer, ovvio... Incapace di rimodularsi in un mondo multipolare che non capisce, di reinventarsi in una realtà che muta velocemente, di rinascere dalle sue stesse radici, di ritrovare una visione, un mainstream, cosa fa? Si inventa il “santino” di Berlinguer, vuol vivere di rendita, si attacca alla memoria: un modo come un altro di dichiararsi sconfitti.

Chi fu Berlinguer? Un mediocre burocrate di provincia. Alla guida del più grande partito comunista d’Occidente (e il più inutile).

Che le ha sbagliate tutte. Dal “compromesso storico”, con cui voleva far convivere le masse cattoliche, criminalizzate da milioni di suoi iscritti, militanti, elettori (e infatti quella strategia incrudì il terrorismo) al “Mi sento sicuro sotto l’ombrello della NATO”, un errore di grammatica politica spaventoso, da scuola materna. Con l’Italia piena di basi con le testate nucleari puntate verso Mosca. E non solo, vedremo più avanti.

Per cui il film “La grande ambizione” di Andrea Segre, con un superbo Elio Germano, esteticamente bello, è politicamente un falso storico. Ha i toni dell’agiografia. Ci rammenta le filmine don Bosco che il parroco ci faceva vedere nelle domeniche pomeriggio; San Giovanni Bosco, San Domenico Savio, San Luigi Gonzaga, Santa Teresa d’Avila…

Berlinguer aveva come modello la rivoluzione russa, altro tragico errore: le storie dei popoli, le civiltà, le culture, i personaggi, le dinamiche storiche, non sono mai sovrapponibili, riproponibili, ci sono sempre mille sfaccettature, echi, risonanze, prismi a differenziarle.

In un Paese cattolico, borghese nel midollo, dove, come diceva Flaiano “le rivoluzioni cominciano nelle piazze e finiscono in trattoria”, e “ci conosciamo tutti”.

La sinistra, fucsia (Diego Fusaro), a trazione atlantista, arcobaleno, lontana anni luce dal mondo del lavoro (e infatti nelle borgate romane si vota a destra), che ozia nei salotti e le spiagge in (Capalbio), guidata da una fedele serva del compagno George Soros.

La sinistra guerrafondaia, fuori dalla Storia, come la destra favorevole alle armi ai nazisti ucraini, che chiama “partigiani, alle sanzioni al Cremlino, che stanno devastando l’economia europea, alla Russia da attaccare sui suoi territori (Parlamento UE).

La sinistra che ha destrutturato la sanità pubblica per consegnarla ai compagnucci della parrocchietta, suoi referenti, che ha devastato il sistema scolastico, ha trovato il suo “santino”.

Così continuerà a vivere di ricordi, accidiosamente acquattata nei bui interstizi della Storia, scansando le tremende sfide epocali del mondo d’oggi, raccontandosi la favola rassicurante del grande statista.

Ma fino a quando?

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