Fermoposta con anabolizzanti: 7 persone in custodia cautelare


TRENTO – I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità (NAS) di Trento hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare in relazione a un vasto traffico di anabolizzanti. I reati contestati includono il traffico di anabolizzanti (art. 586 bis c.p.) e il concorso (art. 110 c.p.), con spedizioni distribuite capillarmente in tutta Italia.

L'indagine e l'arresto

L'indagine, avviata dai NAS di Trento, ha beneficiato della collaborazione dei NAS di Roma e Milano e del R.O.S. di Trento, Padova, Roma e Milano. È stata avviata dopo la scoperta di alcuni tumori in giovani sportivi, riconducibili all'uso di sostanze anabolizzanti. Il principale indagato, un bodybuilder e personal trainer della palestra frequentata dai giovani, è stato individuato grazie alla collaborazione dei Carabinieri della Compagnia di Bressanone, che hanno fornito supporto linguistico.

Il modus operandi

L'indagine ha rivelato che l'indagato riceveva ordinazioni di anabolizzanti, che spediva utilizzando un sistema di fermoposta. Utilizzava nomi falsi per i destinatari e mittenti, e forniva ai clienti il tracking del pacco per il ritiro. L'attività illecita era coperta dalla sua apparente attività legale nel campo degli integratori.

La collaborazione e l'esecuzione

La complessità dell'indagine è aumentata a causa della cautela dell'indagato e della rete di collaboratori. I NAS di Trento, supportati dai colleghi di Roma e Milano, hanno intercettato alcuni pacchi contenenti anabolizzanti. Il principale indagato si avvaleva di un collaboratore per raccogliere contante dai clienti, che è stato denunciato a piede libero.

Sviluppi a Roma e Milano

La fonte principale di approvvigionamento per il Trentino Alto Adige era Roma. I NAS di Trento, insieme ai NAS di Roma, hanno identificato una coppia che quotidianamente inviava pacchi da un ufficio spedizioni complice. Le indagini hanno poi rivelato che alcune spedizioni erano state trasferite a Milano. Un nuovo coordinatore è emerso, organizzando le spedizioni in tutta Italia sotto falso nome.

Misure cautelari

Grazie alle prove raccolte, l'Autorità Giudiziaria ha disposto sei ordinanze di custodia cautelare in carcere e una ai domiciliari. Sono state eseguite venti perquisizioni presso le abitazioni degli arrestati e altri luoghi collegati, tra cui palestre e residenze di amici e fidanzate degli indagati.

Risultati dell'operazione

I pacchi inviati mensilmente si aggiravano sui 250, generando un introito stimato tra i 55.000 e i 65.000 euro al mese. Le indagini operative sono concluse, ma sono in corso accertamenti documentali e di analisi dati.

Presunzione di innocenza

Si ricorda che tutti gli indagati devono essere considerati innocenti fino a una sentenza definitiva di condanna. Anche i condannati in primo grado che hanno proposto appello devono essere trattati come presunti innocenti.

L'operazione evidenzia l'impegno dei Carabinieri nel contrastare il traffico di sostanze illecite e garantire la sicurezza dei cittadini.

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