Scontro a Montecitorio: ritirata la firma sulla proposta di salario minimo

ROMA - Dopo una giornata caotica a Montecitorio, il dibattito sul salario minimo ha ripreso vigore oggi con dichiarazioni di voto e il voto conclusivo. Tuttavia, le opposizioni, che inizialmente avevano sostenuto la proposta di legge, hanno ritirato le loro firme, gettando ombre sulla discussione. Giuseppe Conte, leader del MoVimento Cinque Stelle, definisce la proposta delle opposizioni "carta straccia" e strappa il testo modificato in commissione Lavoro.

Le opposizioni, compatta nel ritiro delle firme, denunciano il cambiamento nel testo, eliminando il riferimento a una retribuzione di 9 euro all'ora e introducendo una delega al governo per una "equa retribuzione". Elly Schlein del Partito Democratico critica la maggioranza per mancanza di dignità, accusandoli di essere d'accordo sullo sfruttamento dei lavoratori.

La premier, rispondendo alle polemiche, sorride ironicamente e critica M5s e PD per non aver implementato il salario minimo in dieci anni di governo. Nel frattempo, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sottolinea l'apparente incoerenza di alcuni sindacati che, dopo le manifestazioni per il salario minimo, accettano contratti con poco più di cinque euro all'ora.

Le opposizioni manifestano il loro dissenso anche attraverso dichiarazioni forti, Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana accusa la maggioranza di aver dato uno schiaffo al Parlamento, mentre il segretario di +Europa, Riccardo Maggi, sostiene che la proposta della maggioranza compromette il confronto con le parti sociali.

Il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, considera il ritiro della firma come uno spettacolo mediatico con una funzione politica, sottolineando che in termini regolamentari non cambia nulla. La discussione si infittisce, lasciando incerto il futuro del salario minimo in Italia.

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