Lavoro: chi seleziona il personale deve guardare al domani


MILANO
- Come si seleziona il migliore candidato tra i tanti che mandano il proprio curriculum vitae per entrare in azienda? Il processo di selezione tradizionale prevede di premiare con l'assunzione la persona con le migliori competenze, con le capacità più adatte a soddisfare i bisogni dell'organizzazione.

Per questo motivo, negli annunci di lavoro, sono classicamente elencati una serie di requisiti fondamentali, che devono poi trovare una risposta nei curricula inviati dai candidati. Tenendo in considerazione titolo di studio, esperienze professionali e skills, il recruiter procede con la selezione del talento che svetta sopra a tutti gli altri.
Attraverso l'analisi del curriculum vitae, il colloquio di lavoro, la presa in considerazione delle referenze e la visione dell'immagine online, dunque, chi si occupa di recruiting riesce a comporre un'istantanea dei migliori candidati, per poi scegliere quello più idoneo in base alle esigenze attuali dell'azienda.
Ma è davvero sufficiente focalizzarsi sul presente al momento della selezione del personale?
Secondo Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting specializzata nella selezione di personale qualificato e nello sviluppo di carriera, la risposta è no.
"Chi struttura un processo di selezione del personale pensando alle necessità attuali dell'azienda sbaglia, per il semplice fatto che quel candidato non dovrà lavorare oggi. No, sarà al lavoro domani, il giorno dopo e il giorno dopo ancora, e per questo motivo chi si occupa di recruiting non deve pensare unicamente al presente, concentrandosi invece anche e soprattutto sul futuro" spiega Carola Adami.
Certo, un tempo era possibile concentrarsi solamente sul presente. Fino a qualche decennio fa, infatti, i cambiamenti all'interno dei vari settori erano piuttosto lenti. Oggi la situazione è invece profondamente diversa.
"La società sta cambiando velocemente, e l'evoluzione tecnologica sta correndo ancora più rapidamente. Questo significa che per rimanere al passo è necessario aggiornarsi continuamente, senza mai smettere di imparare. Dal punto di vista di chi si occupa di ricerca e selezione del personale vuol dire anche che non bisogna assumere ciecamente chi soddisfa i criteri richiesti dall'azienda oggi, bensì chi riuscirà a farlo domani e dopodomani, andando oltre i titoli e le hard skills".
Le semplice analisi del curriculum vitae può quindi dare solo una prima idea sulle effettive capacità del candidato. Per effettuare la scelta giusta è necessario condurre delle interviste in profondità, e, soprattutto, conoscere bene quelli che potranno essere gli sviluppi del settore.
"Questo significa che la selezione del personale deve essere fatta a partire da uno studio profondo dei candidati, nonché da una conoscenza specialistica del settore: non è un caso se la nostra società di head hunting può contare su cacciatori di teste specializzati in singoli settori" sottolinea Adami, aggiungendo "un recruiter che si presta a processi di selezione per qualsiasi settore, dall'automotive al marketing, dal retail alla sanità, non può infatti avere le competenze sufficienti per capire davvero di cosa ha e avrà bisogno un'azienda per continuare a essere competitiva".

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