Migranti, Salvini: "Giusto che Di Maio parli ma decido io"

ROMA - "In Italia non arriva proprio nessuno. Porti chiusi, sbarrati. Giusto che Di Maio parli e che dica il suo pensiero. E va benissimo che parlino pure Fico e Di Battista e che si discuta tra di noi e con il premier Conte, ma in materia di migranti quello che decide sono io". Così il vicepremier Matteo Salvini in un colloquio con il Messaggero.

"Io - sottolinea - lavoro per non far partire le donne, i bambini e tutti gli altri dai loro Paesi, e per evitare il rischio che muoiano nel deserto o nel Mediterraneo. L'Italia è stata troppo a lungo un porto aperto, mentre l'Europa se ne infischiava dei migranti e ci derideva. Ora basta. Non si possono fare concessioni sui principi e il principio è che qui, se non attraverso i corridoi umanitari e in maniera controllata e legale, non entra più nessuno. Questa è la linea e non si cambia".

Per il leader della Lega non ci sarà nessuna crisi di governo, perché quella con Di Maio è "una coabitazione che funziona. E sono contento che sia tornato Di Battista dalla sua vacanza, così ci dà una mano. Ognuno dice la sua ma intanto facciamo tante cose insieme, e più di quelli che ci hanno preceduto. Non c'è niente di male ad avere qualche opinione diversa, questa è la politica". Ancora: "Da solo non sarei riuscito a fare quello che stiamo facendo insieme ai 5Stelle".

Sul decreto sicurezza, "per qualcuno che protesta, invece di amministrare le proprie città, ce ne sono molto altri, la maggioranza, e di ogni colore politico, che con molto realismo e buon senso ha capito che si tratta di provvedimenti capaci di rendere piu' facile il loro lavoro e piu' sicura la vita di tutti. Solo chi è prevenuto non lo sa". Salvini dice che non andrà a Palazzo Chigi a incontrare i sindaci insieme al premier Conte, "non si può parlare con chi non conosce la materia. Si vede che alcuni sindaci, al contrario di tanti altri, non hanno letto il decreto. Sennò non direbbero quello che dicono".

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