La zanzara muta di Gianfranco Spinazzi è un romanzo molto particolare. I suoi protagonisti, due
anziani con una vita interiore spesso confusa e irrazionale, colpiscono il lettore per la loro
complessa caratterizzazione: il loro stanco muoversi nell’esistenza con un pesante carico di rabbia
e sogni infranti si bilancia a una visione della vita fanciullesca e a tratti magica. I due personaggi,
prima costretti nei ruoli di vittima e carnefice, si ritrovano a essere lo specchio in cui riflettere
ognuno le proprie illusioni e i propri “ingorghi mentali”. In un dialogo serrato e sofferto, questi
uomini ritrovano il senso di una condivisione scomparsa da troppo tempo, e pur se arroccati nelle
loro storie e nelle loro idiosincrasie, individuano un punto di incontro nella lucida consapevolezza
dei loro fallimenti. E la zanzara muta del titolo diventa metafora di un’assoluzione giunta forse
troppo tardi ma necessaria a entrambi, la fine di un incessante ronzio nelle orecchie e nell’anima
come chiusura di una vita di rimpianti. In una Venezia ostile e instabile come gli stessi protagonisti,
i due anziani uomini arrivano a firmare una sorta di armistizio con le loro esistenze, prima
trascinate nella solitudine e ora, forse, illuminate da un incontro accidentale quanto
disperatamente cercato. Gianfranco Spinazzi offre al lettore uno squarcio sulla crudezza di una
vecchiaia organizzata in rigidi schemi con cui i protagonisti cercano illusoriamente di controllare le
proprie vite, per poi creare un incidente in cui ogni labile certezza crolla, e in cui non c’è più posto
per l’ostilità verso il genere umano ma solo comprensione e accettazione. Il romanzo offre un
nuovo modo di intendere la delicata fase della senilità , sostituendo al senso di vacuità e di fine,
metaforicamente rappresentata dall’immagine del piccione che va a morire solo e in disparte, una
prospettiva di rinascita e di redenzione dagli errori commessi e dalle scelte non intraprese. Una
storia che non si dimentica, due personaggi stravaganti ma anche dolorosamente umani e un
messaggio profondo e universale: l’esistenza ha un senso e l’incompiutezza dell’uomo trova
soluzione solo nella condivisione e nell’apertura verso gli altri.
TRAMA. Due vecchi si incontrano in un bar veneziano gestito da un nano che si veste in stile “belle
époque”. Stabiliscono di incontrarsi a casa di uno dei due per approfondire il comune interesse per gli
alianti, e qui, a visita avvenuta, il padrone di casa aggredisce l'invitato colpendolo alla testa. Non si tratta di
un colpo mortale. I due si fronteggiano in un serrato dialogo in cui affiorano ricordi, amarezze e squarci
dell'infanzia perduta. I toni sono spesso concitati ed enigmatici, soprattutto da parte del padrone di casa, un
uomo incattivito dalla solitudine e preda di idiosincrasie. Nella seconda parte del romanzo si inquadra la
figura dell'aggredito, con i suoi dolori e il suo bisogno di comprendere le proprie scelte di vita. E sarà proprio
il confronto con questo semi sconosciuto, un confronto prima subìto e poi cercato, che porterà l’uomo a
ripercorrere la propria vita, e ad analizzare la complessità della natura umana.
Gianfranco Spinazzi è nato a Barcellona (Spagna) nel 1941 e vive a Venezia. Ha debuttato nel
1997 con Le Fototette per Supernova Edizioni. Per la stessa casa editrice ha pubblicato nel 2001 Foghera a
Venezia–C'erano una volta i cinematografi (finalista “Premio Calvino”). Nel 2006 pubblica per la casa
editrice Il Filo Cartoline e carichi pesanti (targa “Premio Letterario Internazionale Città di Cava de' Terreni”)
e nel 2008 Attenti a quei due. Del 2011 è A.A.A. Venezia cercasi (Supernova Edizioni) e del 2012 Nel pozzo
(Book Sprint Edizioni). Con la Tragopano Edizioni pubblica nel 2013 Pagine Elisha, nel 2014 la trilogia sulle
“Botteghe veneziane”: L'emporio a bussola di calle delle Bande; I mari del sud di calle dei Fabbri; Meridiano
Toletta. Nel 2015 pubblica per Tragopano Edizioni la raccolta di racconti La catastrofe degli elementi, e
partecipa con un racconto al romanzo collettivo Il Palazzo. Per la stessa casa editrice pubblica Clessidra nel
2016 e La zanzara muta nel 2018.
www.facebook.com/alberto.spinazzi
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