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Lunedì, secondo il Cup (Candidatura d’Unitat Popolar), partito della sinistra catalana fortemente indipendentista , durante la seduta plenaria del Parlament di Barcellona, si proclamerà la tanto sospirata indipendenza e si sancirà la nascita della Republica catalana. D’altronde, la ferita apertasi tra la Generalitat e il governo di Madrid è lungi dall’essere richiusa. Il portavoce del governo catalano Jordi Turull, parlando ai microfoni di Tv3, è stato chiarissimo: “per come le cose si stanno mettendo adesso, la questione è repubblica o repubblica”, ha dichiarato con forza.
In tutto questo, un’altra questione spinosa si è aggiunta alla lunga lista di recriminazioni reciproche tra le due forze spagnole, ovvero l’apertura delle indagini della Procura di Madrid nei confronti del capo dei Mossos d’Esquadra Josep Lluis Trapero, accusato di sedizione a causa del mancato intervento del 20 settembre, quando migliaia di catalani si erano riuniti davanti alla sede del Ministero dell’Economia del governo di Barcellona per protestare contro le perquisizioni e i sequestri messi in atto dal governo in quei giorni concitati in attesa del referendum.
Per quanto riguarda Mariano Rajoy, presidente spagnolo, ha respinto l’ipotesi di un tavolo di mediazione sulla questione catalana, avanzata da Podemos.”Il g overno non negozierà su nulla di illegale e non accetta ricatti”, ha dichiarato senza mezzi termini Rajoy. E aggiunge che se Puidgemont vuole negoziare, che prima ritorni “nella legalità ”. Detto in soldoni: che rinunci a quella dichiarazione di indipendenza unilaterale ed espressa da un referendum considerato illegale dalla Corte Costituzionale spagnola. E poi si vede. Madrid ha già fatto sapere di non escludere nessuna opzione “legale e proporzionata” come risposta alla crisi, e forse quest’opzione passerà dall’attivazione dell’articolo 155 della Costituzione, il quale permette la sospensione dell’autonomia catalana da parte del governo centrale.
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