Regno Unito: Mitocon chiede di non staccare la spina al piccolo Charlie

di BEATRICE GALLUZZO - Giovedì l’ultimo appello disperato della madre di Charlie, Connie Yates:“stanno per staccare le macchine”. A rispondere Piero Santantonio, presidente dell’associazione Mitocon, una ONLUS che si occupa delle malattie mitocondriali come quella che ha colpito il bambino inglese. Mitocon è stata in contatto con un’equipe internazionale occupata nello studio di soluzioni terapeutiche in riguardo a questo tipo di sindromi, e sulla base dei dati considerati è emersa la possibilità di somministrare al piccolo la terapia nucleosidica, una cura sperimentale che già in passato si è rivelata decisiva per una serie di casi clinici, soprattutto in relazione alla possibilitàdei nucleosidi di superare la barriera ematoencefalica.

Ma in queste ore, non solo Mitocon ha offerto il suo aiuto in questo caso così delicato. Il  New York-Presbyterian Hospital-Columbia University Medical Centre ha infatti aperto alla possibilità di somministrare a Charlie un farmaco sperimentale ancora in attesa di approvazione dall’ente statunitense che si occupa della regolamentazione in campo farmaceutico e alimentare, la FDA ( Food and drug administration). Le possibilità offerte sono due: o che il piccolo paziente sia trasferito nella struttura di New York, o che il medicinale sia spedito all’ospedale britannico che tiene per ora in cura il bambino.

Insomma, si aggiungono nuovi capitoli a quella che è la saga tragica di Charlie Gard. Il bambino inglese, affetto da sindrome di deplezione del DNA mitocondriale- malattia classificata come incurabile-è al centro di una battaglia: legale prima e mediatica poi. I genitori, Connie Yates e Chris Gard si oppongono alla decisione dei medici del Great Ormond Street hospital (Gosh), corroborata poi dalle sentenze dei tribunali inglesi di ogni grado, e in più della Corte Europea dei diritti umani, di staccare i macchinari che permettono al piccolo di vivere.

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