di MARIAGRAZIA DI RAIMONDO - Ieri la Prima Ministra inglese, Theresa May, era a Bruxelles per negoziare le principali e piĂ¹ urgenti questioni gravitanti intorno all’affare Brexit; il perno su cui, peraltro, aveva fatto muovere la sua campagna elettorale.
In questo vertice il contenzioso che piĂ¹ si premeva affrontare era quello riguardante il futuro, fino ad ora nebuloso, che si profilava davanti agli occhi degli oltre tre milioni di cittadini UE residenti nel Regno Unito. La proposta di May, definita dalla stessa “fair and serious”, ovvero giusta e seria, consiste fondamentalmente nella possibilitĂ data ad ognuno di regolarizzare la propria posizione sul territorio. A coloro che risiedono in UK giĂ da cinque anni verrĂ concesso un “settled status” che conferirĂ loro gli stessi diritti dei cittadini britannici:pensione, istruzione, sanitĂ , ogni tipo di servizio pubblico- vita natural durante.
Questo status sarĂ esteso anche a coloro che vi si trasferiranno in futuro, ma comunque prima dell’effettiva uscita del Regno Unito dall’Unione (che si crede avverrĂ nel marzo 2019) e per coloro che invece arriveranno dopo la Brexit, ma entro un certo periodo ancora da definirsi- forse due anni; anche in questi due casi il “settled status”sarĂ assicurato al compimento del quinto anno passato nel Paese. A vegliare poi sull’effettivo adempimento dei suddetti benefici non ci sarĂ perĂ² la Corte di giustizia dell’Unione Europea, come richiesto dai vertici UE, ma i tribunali nazionali.
La May ha dichiarato di non voler vedere nessuno costretto ad andarsene dal Regno Unito, nè di voler separare delle famiglie. Ma questa proposta deve avere natura reciproca e mutuale, s’intende, e quindi gli stessi diritti devono essere accordati anche al milione e passa di cittadini britannici residenti in un Paese comunitario.
Altra questione ancora da definirsi è dove verranno trasferite le due agenzie dell’Unione che al momento hanno sede nella Capitale inglese, ovvero l’Agenzia UE per il farmaco (Ema) e l’autoritĂ di controllo per le banche (Eba), che ad oggi impiegavano ben 1,050 dipendenti. I criteri per l’elezione della cittĂ sono stati definiti ieri, la scelta definitiva avverrĂ probabilmente in autunno. Tra i vari candidati, figura anche l’Italia.
In questo vertice il contenzioso che piĂ¹ si premeva affrontare era quello riguardante il futuro, fino ad ora nebuloso, che si profilava davanti agli occhi degli oltre tre milioni di cittadini UE residenti nel Regno Unito. La proposta di May, definita dalla stessa “fair and serious”, ovvero giusta e seria, consiste fondamentalmente nella possibilitĂ data ad ognuno di regolarizzare la propria posizione sul territorio. A coloro che risiedono in UK giĂ da cinque anni verrĂ concesso un “settled status” che conferirĂ loro gli stessi diritti dei cittadini britannici:pensione, istruzione, sanitĂ , ogni tipo di servizio pubblico- vita natural durante.
Questo status sarĂ esteso anche a coloro che vi si trasferiranno in futuro, ma comunque prima dell’effettiva uscita del Regno Unito dall’Unione (che si crede avverrĂ nel marzo 2019) e per coloro che invece arriveranno dopo la Brexit, ma entro un certo periodo ancora da definirsi- forse due anni; anche in questi due casi il “settled status”sarĂ assicurato al compimento del quinto anno passato nel Paese. A vegliare poi sull’effettivo adempimento dei suddetti benefici non ci sarĂ perĂ² la Corte di giustizia dell’Unione Europea, come richiesto dai vertici UE, ma i tribunali nazionali.
La May ha dichiarato di non voler vedere nessuno costretto ad andarsene dal Regno Unito, nè di voler separare delle famiglie. Ma questa proposta deve avere natura reciproca e mutuale, s’intende, e quindi gli stessi diritti devono essere accordati anche al milione e passa di cittadini britannici residenti in un Paese comunitario.
Altra questione ancora da definirsi è dove verranno trasferite le due agenzie dell’Unione che al momento hanno sede nella Capitale inglese, ovvero l’Agenzia UE per il farmaco (Ema) e l’autoritĂ di controllo per le banche (Eba), che ad oggi impiegavano ben 1,050 dipendenti. I criteri per l’elezione della cittĂ sono stati definiti ieri, la scelta definitiva avverrĂ probabilmente in autunno. Tra i vari candidati, figura anche l’Italia.
0 Commenti