Gabriele Del Grande ancora fermo in Turchia. Il padre: "Siamo in ansia"

di ILEANA CIRULLI - Si complica giorno dopo giorno la vicenda del giornalista e blogger Gabriele Del Grande, ancora in stato di fermo in Turchia, al confine con la Siria. La Farnesina fa sapere che sta bene, ma né le autorità italiane, né tanto meno i familiari, sono mai riusciti a mettersi direttamente in contatto con lui. Il padre Massimo ha dichiarato: «Siamo tutti in ansia. Purtroppo, tra vacanze di Pasqua e referendum in Turchia, anche se è assurdo, è ancora tutto fermo».

In quel momento il giovane giornalista lucchese, diventato famoso con l’osservatorio sulle vittime dell’immigrazione "Fortress Europe", stava realizzando l’ultimo progetto "Un partigiano mi disse", libro sulla guerra in Siria e la nascita dell’Isis, attraverso le storie della gente comune. Per questo motivo Del Grande si trovava al confine tra Siria e Turchia, per raccogliere interviste e per indagare sui retroscena del conflitto. Teneva costantemente aggiornati gli amici e il suo pubblico attraverso Facebook, fino al momento dell’arresto, in cui è subentrato il silenzio. Il fermo, lunedì 10 aprile, sarebbe avvenuto durante un controllo della polizia turca nella zona meridionale del Paese, la quale ha contestato a Del Grande la mancanza del permesso stampa. Dalla Farnesina ribadiscono che Gabriele si trova in un centro di detenzione amministrativa della provincia Hatay e che il rilascio sia soltanto una questione di tempi burocratici, ma ciò non è sufficiente per rassicurare del tutto la sua famiglia.

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