Istat: commercio extra Ue, import ed export in calo

A marzo, secondo i dati Istat, i flussi commerciali mostrano una flessione rispetto al mese precedente, più marcata per le importazioni (-2%) che per le esportazioni (-0,3%). Il surplus commerciale (+4.036 milioni) è superiore a quello dello stesso mese del 2015 (+3.422 milioni).
Il calo congiunturale delle vendite verso i paesi extra Ue è determinato dai beni di consumo (-6,1%) e dai prodotti intermedi (-2,7%), mentre l'energia (+17,6%) e i beni strumentali (+4,9%) registrano una crescita sostenuta. Dal lato dell'import la flessione congiunturale è estesa a tutti i raggruppamenti principali di beni, esclusa l'energia (+6,7%). Gli acquisti di beni di consumo sono in forte calo (-4,8%). Nell'ultimo trimestre, la dinamica congiunturale dell'export verso i paesi extra Ue si conferma negativa (-2,9%); tuttavia, al netto della componente energetica (-37,5%) la diminuzione è meno marcata (-1,3%). La contrazione mensile delle esportazioni su base annua (-5,2%) riguarda tutti i raggruppamenti principali di beni ed è particolarmente marcata per l'energia (-42,6%). 
Anche le importazioni sono in forte calo (-11%), imputabile alla componente energetica (-30,8%) e, in misura meno intensa, ai prodotti intermedi (-8,3%). Soltanto i beni strumentali registrano un'espansione degli acquisti (+2,3%). 
A marzo il surplus nell'interscambio di prodotti non energetici (+6 miliardi) è in lieve diminuzione rispetto a marzo 2015 (+6,2 miliardi). Si ridimensiona il calo delle vendite di beni verso la Russia (-0,9%), iniziato a maggio 2014. Gli Stati Uniti registrano un incremento delle esportazioni (+11,3%) ascrivibile alla vendita di mezzi di navigazione marittima. Aumentano anche le vendite di beni verso il Giappone (+9,5%). Paesi Mercosur (-28,2%), paesi Opec (-21,6%), Turchia (-11,0%) e paesi Asean (-8,0%) segnano un forte decremento delle esportazioni. Le importazioni da Russia (-18,1%) e Cina (-15,1%) sono in forte calo, mentre gli acquisti da Turchia (+6,5%), paesi Asean (+3,5%) e Stati Uniti (+2,9%) risultano in crescita. 

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