Banche, Ghizzoni: "Più digitale e sostegno alla ripresa"

«Abbiamo scelto una strada per certi versi impervia... Ma se i problemi non si affrontano, da soli non scompaiono...». Lo dichiara Federico Ghizzoni, amministratore delegato di UniCredit, in un'intervista al Corriere della Sera sul nuovo piano della banca.
«Questo piano saremo in grado di portarlo a casa. E lo porteremo - spiega -. È senza dubbio un piano sfidante perché anziché massimizzare la profittabilità nel breve abbiamo voluto affrontare con decisione alcuni problemi. Dalla forte riduzione dei costi per migliorare l’efficienza e il rapporto costi-ricavi, all’uscita o ristrutturazione di attività non abbastanza redditizie ed infine alla drastica riduzione delle sofferenze - con un miglior rapporto tra sofferenze e impieghi - che intendiamo portare avanti con decisione, come prima o poi tutte le banche dovranno fare. Tutto questo comprime il conto economico nel brevissimo periodo ma contribuisce a creare significativo valore nel medio. La reazione del mercato non mi ha sorpreso: alcuni investitori con ottica a breve hanno disinvestito ma altri investitori, “long only”, cioè con un orizzonte temporale più lungo, hanno invece acquistato Unicredit. Sono certo che questi ultimi saranno ampiamente ricompensati per la loro scelta».
Secondo Ghizzoni «le valutazioni si sono concentrate molto, forse anche troppo, sulla riduzione dei costi. Ma il nostro è soprattutto un piano di crescita e di trasformazione della banca. Ad esempio puntiamo ad avere un milione di clienti in più all’anno, obiettivo già raggiunto nel 2015. A consolidare la nostra leadership sul mercato europeo del corporate e investment banking dove serviamo oltre 6.000 grandi aziende e oltre 300.000 piccole e medie. Penso al private banking oppure al Centro-Est Europa, dove vogliamo continuare ad essere il numero uno. E poi c’è la rivoluzione digitale: è una corsa infinita, e noi, investendo oltre 1,2 miliardi, vogliamo arrivare tra i primi».
«L’85% delle operazioni viene realizzato attraverso internet banking, telefonini, tablet. Vogliamo arrivare al 90% - sottolinea l'ad -. Stiamo intanto ridisegnando completamente il modo di fare banca. Grazie all’utilizzo del big data e dell’analisi delle informazioni sulla nostra clientela, puntiamo entro il 2017 al prestito istantaneo per il 40% del credito alle famiglie». E spiega cosa intende per prestito istantaneo: «Sarà possibile valutare l’affidabilità dei clienti in modo superveloce e concedere il prestito in pochi minuti. Lo stesso potrà accadere nel mondo corporate a partire dalle piccole imprese. In questo caso conterà, come sempre, la valutazione del management e la storia dell’impresa che però verrà integrata da informazioni ricevute ed elaborate in tempo reale su tutto quello che circonda l’azienda, a partire da clienti e fornitori. Ciò consentirà di aumentare l’offerta di credito e la sua qualità. Questa per noi è la rivoluzione digitale». 
Quanto al credito alle imprese, Ghizzoni sottolinea: «Nel triennio contiamo di offrire 170-180 miliardi di credito nuovo. Circa 100 miliardi in Italia, 60 alle aziende e 40 alle famiglie. Solo per i mutui pensiamo che circa 250 mila famiglie italiane decideranno di comprare casa con Unicredit. Il clima, anche se lentamente, sta cambiando. Le imprese, dopo anni di blocco, hanno ripreso gli investimenti. Le difficoltà restano, ma i segnali positivi si rafforzano. Un anno fa su 100 euro di prestito richiesti, 90 servivano a rifinanziare un vecchio debito. Ora il 30-40 per cento serve a piani di crescita. Una svolta».
A una domanda sulle sofferenze, l'ad di UniCredit risponde così: «Pochi se ne sono accorti, ma noi nel prossimi 3 anni riduciamo i nostri crediti problematici di 31 miliardi. Negli ultimi anni abbiamo fatto accantonamenti rilevanti e oggi abbiamo la copertura dei crediti più alta in Italia. Uno sforzo importante per affrontare il problema. Forse più di quanto hanno fatto altri».
E sulla bad bank di sistema, afferma: «A questo punto è un confronto tra il governo e Bruxelles. O si trova una soluzione entro l’anno o è meglio pensare ad altro. Discutere, discutere. Non capisco il comportamento legalistico della Ue».
Infine sull’indagine sui prestiti e il coinvolgimento iniziale del vicepresidente Fabrizio Palenzona, Ghizzoni spiega: «Si sono dette e sentite molte cose. Ma ora è chiaro che la governance della banca ha tenuto, non ho dubbi a dirlo forte. L’avvio dell’indagine interna l’ho firmata io con il presidente Giuseppe Vita e il consiglio è stato tenuto costantemente informato. Personalmente ero prontoIl Calendario Pirelli 2016 è stato presentato oggi alla stampa, agli ospiti e ai collezionisti di tutto il mondo a Londra, presso la Roundhouse, ex edificio industriale divenuto negli anni Sessanta uno dei templi del rock della capitale britannica.  
L’edizione 2016 del Calendario Pirelli, la quarantreesima dalla sua nascita, è opera di una delle più celebri fotografe e ritrattiste americane, Annie Leibovitz, che ha realizzato gli scatti lo scorso luglio in uno studio di New York. Annie Leibovitz aveva già scattato il Calendario Pirelli nel 2000, immortalando le danzatrici del corpo di ballo del coreografo Mark Morris. Le foto del 2000 sono state la prima serie di nudi della sua carriera. 
L’edizione 2016 del Calendario Pirelli ha come protagoniste tredici donne che hanno raggiunto traguardi importanti nella vita professionale, sociale, culturale, sportiva e artistica: l’attrice Yao Chen, prima ambasciatrice cinese dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR); la top model russa Natalia Vodianova, fondatrice dell’organizzazione filantropica Naked Heart Russia; la produttrice Kathleen Kennedy, presidente di Lucasfilm e tra le figure più rilevanti di Hollywood; la collezionista d’arte e mecenate Agnes Gund (ritratta con la nipote Sadie Rain Hope-Gund), presidente emerita del MoMA; la tennista Serena Williams, numero uno del mondo; l’opinionista, critica e scrittrice Fran Lebowitz; la presidente di Ariel Investments Mellody Hobson, impegnata in progetti filantropici a Chicago; la regista Ava DuVernay, nota per aver diretto, tra gli altri, il film candidato all’Oscar 2015  Selma - La Strada per la Libertà ;  la blogger Tavi Gevinson, fondatrice del blog Style Rookie e del magazine online Rookie ; l’artista iraniana di arte visiva Shirin Neshat; l’artista, musicista e performer Yoko Ono; la cantante Patti Smith, tra le più grandi protagoniste della musica rock; l’attrice e comica Amy Schumer. 
Donne di età,  provenienze e percorsi professionali diversi. Gli scatti sono privi di nudo, così come già avvenuto nei primi Calendari degli anni ’60 o, più recentemente, con il Calendario di Peter Lindbergh del 2002, di Patrick Demarchelier del 2008 e di Steve McCurry del 2013.  
“Il Calendario del 2000 è stato un esercizio nella fotografia del nudo. Si trattava di un concetto semplice”, spiega Annie Leibovitz. “Nel 2016 abbiamo fatto qualcosa di completamente diverso, ma allo stesso tempo semplice. E’ il classico set di ritratti in bianco e nero scattati in studio”. 
“Quando Pirelli mi ha contattato, mi hanno detto che desideravano intraprendere un percorso diverso rispetto al passato. Hanno suggerito l’idea di fotografare donne che in qualche modo si sono distinte. Ci siamo trovati d’accordo e l’obiettivo successivo è stato quello di essere molto diretta. Volevo che le fotografie mostrassero le donne esattamente come sono, senza artifici”.  
“Sono una grande ammiratrice delle attrici comiche. Il ritratto di Amy Schumer ha aggiunto un po’ di umorismo. E’ come se non avesse ricevuto la nota in cui le si diceva che poteva non spogliarsi”. 
Con il lancio dell’edizione 2016 si arricchisce di nuovi contenuti anche il nuovo sito dedicato (www.pirellicalendar.com) al Calendario Pirelli, che riunisce filmati, fotografie e interviste che raccontano la sua storia. In occasione del lancio, il Calendario Pirelli 2016 viene presentato attraverso un video e alcuni degli scatti di Annie Leibovitz, che vanno quindi ad aggiungersi ai numerosi materiali di archivio, alcuni inediti, che - raggruppati per decadi - offrono uno spaccato dell'evoluzione del costume di oltre mezzo secolo di storia, dal 1963 fino ai nostri giorni. 
Il sito è composto da 3 sezioni: The Cal 2016, Icons e Time Machine. Oltre all’area “The Cal 2016” dedicata all’ultima edizione, la sezione “Time Machine” raccoglie  alcune delle immagini delle edizioni del passato e le sintesi dei video di “backstage” raggruppati per decadi: un vero e proprio viaggio virtuale nell’evoluzione dell’estetica e del costume non solo attraverso lo sguardo dei fotografi più affermati del mondo, ma anche attraverso commenti che aiutano a inquadrare i vari periodi dal punto di vista storico-politico. Si può già navigare online gli anni '60, '70, ’80 e ripercorrere anche quelli più recenti, mentre gli anni ’90 e 2000 saranno pubblicati a breve. Il lavoro di digitalizzazione di alcuni materiali e di ricostruzione storica sarà progressivamente completato con la consulenza artistica di Amedeo M. Turello, fotografo e collezionista che già in passato, insieme a Walter Guadagnini, aveva curato la mostra "Forma e Desiderio - The Cal, Collezione Pirelli", promossa dal Comune di Milano e organizzata da GAmm Giunti e Palazzo Reale, la sede che ha ospitato l’esposizione. Nell'area Icons, infine, si possono incontrare i protagonisti dell’arte, della cultura, dello spettacolo, della moda, dello sport e della musica. Tra questi Roberto Bolle, Candice Huffine, Tommy Hilfiger, Marc Newson, mentre altri ne seguiranno a breve. a prendere tutte le decisioni di mia competenza. Poi tutto si è chiarito sia sul fronte interno che giudiziario».

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