Bersani: "Il PD ha un problema profondo, Renzi intervenga"

"Non si può rimettere in sesto l’Italia se prima non si mette in sesto il Pd. Questo è il punto di fondo e ne abbiamo un esempio in queste ore. Se qualcuno, a freddo e strumentalmente, si inventa dei Vietnam e dei vietcong, si è autorizzati a pensare che vogliano giustificare il napalm". Così Pier Luigi Bersani, in un'intervista al Corriere della Sera, spiegando che "è che il Pd ha un problema politico profondo. Dopo mesi di parole su lavoro, scuola, tasse, Rai, Verdini, Azzollini, ormai è emerso che tra i militanti c’è un distacco. Con la stessa generosità che ho mostrato io, chi è segretario ora deve prendere in mano il problema, perché noi abbiamo bisogno del partito riformista del secolo". Quindi, osserva, "se si vuole innovare il Pd, io ci sto. Altra cosa è disarmare un’idea, una cultura, una retorica di centrosinistra, aprendo il varco a una destra regressiva. La mia preoccupazione è che nei gruppi dirigenti invece di affrontare il problema si voglia coltivarlo, prendendo di punta un pezzo di Pd e rinnegando un dovere di sintesi". L'ex segretario non pensa però a una scissione. "Io il Pd voglio salvarlo, perché è l’unica speranza per l’Italia e mi auguro che la mia preoccupazione sia condivisa da chi dirige il traffico. Qui non c’è in gioco solo il Pd, ma il Paese. Se si comprende questo la strada è semplice, cercare una sintesi ed essere il partito che organizza un centrosinistra, con i suoi valori e le sue proposte". A Monaco che propone la scissione consensuale, Bersani replica: "Per Monaco io avrei una visione chiesastica del partito, ma rifiuto questa definizione. Siccome ci ho messo dei mattoni, il Pd è casa mia. Se arriva Verdini va fuori lui, non io. Il Pd è molto giovane e chissà quanti Renzi e Bersani vedremo...".

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