Grexit sempre piú probabile

Il default della Grecia appare ormai sempre più probabile dopo il fallimento delle trattative con i creditori. Il Parlamento di Atene ha approvato la richiesta del premier Alexis Tsipras di un referendum per chiedere al popolo di sostenere la posizione dell'Esecutivo e respingere le richieste dell'Unione Europea e del Fondo monetario. La consultazione dovrebbe tenersi domenica 5 luglio. In Europa si aprono dunque una serie di interrogativi, soprattutto sulle incognite che l'uscita di un paese dall'Euro potrebbe avere per gli altri Paesi, soprattutto per i più esposti, come l'Italia. Il ministro Pier Carlo Padoan ha assicurato che le ripercussioni sul nostro Paese saranno limitate: "non c'è nessun rischio per l'Italia", ha affermato Padoan, secondo cui "l’Europa sta dimostrando una grande coesione e sta facendo di tutto per mantenere e rafforzare l’integrità della zona euro". "La Grecia deve assumersi una responsabilità più forte, ma sconta i danni della classe politica del passato", afferma il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini. "La situazione è assolutamente grave e preoccupante. L'uscita della Grecia dall'euro sarebbe un disastro, per tutta l'Europa, per tutta l'area euro, soprattutto per il nostro paese, impiccato com'è al suo debito", commenta Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, che chiede che il ministro riferisca in Parlamento. Dello stesso avviso di Brunetta anche Sel: "Chiediamo che Padoan venga immediatamente a riferire in Parlamento sul sempre piu' probabile Grexit. Vorremmo ascoltare l'orientamento autentico del Governo italiano". "Fino all'ultimo minuto bisogna difendere la Grecia e trovare un accordo. Mai come in questo momento è necessario recuperare la parola Europa o sarà la fine della Ue", afferma l'esponente del Pd Stefano Pedica. "Il nostro paese deve spingere la Germania e tutto l'Eurogruppo a rinviare qualsiasi decisione negativa - sottolinea - perché a fare la fila per ritirare i soldi ci finiremo tutti se non si aiuta il primo paese europeo in difficoltà". "Il populismo e la demagogia del governo Tsipras condannano la Grecia all'isolamento conducendola ad un inesorabile baratro politico, economico e sociale", dice Luigi Marino, vicepresidente vicario di Area Popolare al Senato. Anche Corrado Passera, leader di Italia Unica, pensa che le responsabilità siano del Governo greco: "l'atteggiamento provocatorio e irresponsabile di Tsipras e Varoufakis, che per oltre cinque mesi hanno usato le trattative con Ue, Bce e Fmi per giustificare una salita al potere costruita sulla protesta è alimentata dalla paura e dai sacrifici dei cittadini ellenici ha portato la Grecia sull'orlo del baratro".

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