Renzi: "Pensioni. Ricorsi? Serviranno a dare soldi ad avvocati"

ROMA. "Credo, con il rispetto massimo della libertà di chi fa i ricorsi, che i ricorsi serviranno a dare i soldi agli avvocati. La nuova normativa che abbiamo fatto è perfettamente corrispondente alla sentenza della Corte Costituzionale. Chi dice 'fate ricorso perché vincerete', evidentemente o è in campagna elettorale, ed è il caso di Grillo, o ha qualche amico avvocato ed è contento di questo, perché i soldi che vanno agli avvocati non torneranno a quelli che faranno ricorso". Lo dichiara il premier Matteo Renzi, ospite a Rtl 102.5.

"Poi libertà di tutti di fare ricorsi, naturalmente, questo è un Paese di corsi pochi e di ricorsi tanti, si fanno ricorsi pure sull’aria che si respira, figuriamoci se abbiamo paura. Io sono molto tranquillo su questa sentenza". Per il premier "qui ci sono 2 miliardi che tornano ai cittadini, punto. Sono soldi che arrivano diretti nelle casse di quasi 4 milioni di italiani, tutto il resto è fuffa. Chiaro che qualcuno sperava fosse la buccia di banana per il Governo. Caro Beppe mi dispiace, ritenta sarai più fortunato, questa ti è andata male, ti succede".

"La Corte Costituzionale non dice di restituire tutto: il Governo precedente - prosegue Renzi - fa un decreto legge, che poi diventa legge votata in Parlamento e blocca l’indicizzazione delle pensioni. La Corte Costituzionale non dice che non poteva bloccare, ma non doveva farlo in quel modo, che mancava la gradualità, che non era un principio corrispondente alla Carta Costituzionale, fatta in un altro modo la conclusione è che ci sono 2 miliardi in più di bonus dei pensionati. Poi se qualcuno vuole fare ricorso lo faccia, è un diritto ma è un problema suo. Questo - conclude Renzi - è il governo che decide, piaccia o non piaccia e la questione con la Consulta è chiusa".

Infine, secondo il presidnete del Consiglio "se c’è la possibilità di avere uno scivolo e andare via 2-3 anni prima, ovviamente con i coefficienti economici tutti da studiare, che studieremo durante la legge di stabilità, lasciamo la libertà di scelta a chi vuole restare a lavorare e, a chi dice a 61 anni di voler andare a casa, ovviamente accettando un piccolo ritocco della pensione, questo è il principio di libertà, di buon senso. Questa cosa però non è una legge già fatta ed è al momento in fase di studio. Ha una precisa scansione temporale, la decideremo entro la legge di stabilità del 2016, cioè entro quest’anno, tra ottobre e novembre del 2015. Abbiamo 4-5 mesi per studiare i numeri e lo faremo con calma".

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