Cuperlo: "Con la legge elettorale si decide del modello di partecipazione, rappresentanza e democrazia"

"Non è mica uno scontro tra tifoserie. Qua si decide del modello di partecipazione, rappresentanza, democrazia. Chi guida una comunità dovrebbe tenerla unita, non soffiare sulla brace della divisione. Dire che toccare l’Italicum vuol dire far fallire il Pd e colpirne addirittura la dignità è un’offesa verso chi fa una battaglia a viso aperto per migliorare le riforme". A riferirlo Gianni Cuperlo, esponente della cosiddetta minoranza del Pd, in un'intervista a la Repubblica in vista del voto sulla legge elettorale.

Per il leader di Sinistradem "in questo passaggio si confrontano due fragilità. Quella del governo è la debolezza dell’arroganza che si coglie anche solo nell’idea che si possa approvare la legge elettorale con un voto di fiducia. Dire che l’Italicum è migliorato non basta. È possibile che il governo strappi la classica vittoria di Pirro, ottenga la 'sua' legge elettorale, ma aprendo una stagione di tensioni e rancori", l’altra fragilità "e’ la debolezza di chi chiede di migliorare la legge ma senza un popolo praticante alle spalle".

Secondo Cuperlo "Renzi dice 'si fa come dico io perché ho vinto le primarie'. Non ho mai messo in dubbio il suo diritto a guidare il partito e il governo, ma è lui a dover decidere se vuole governare questo processo da solo o se pensa che un gruppo dirigente è fatto della fatica di ascoltarsi". Sulle pregiudiziali di costituzionalità voterà "seguendo le indicazioni del mio gruppo", mentre in caso di fiducia chiosa: "metterla sulla materia che più di ogni altra dovrebbe essere condivisa sarebbe uno strappo gravissimo. E anche un modo per avvicinare le urne. Con buona pace di precari, scuola e lavoro. Ci si pensi non una ma cento volte".

Posta un commento

0 Commenti