Alfano: "Chi era per le intercettazioni ora è difensore della privacy"

ROMA. "La privacy è un diritto fondamentale ma mi fanno sorridere quelli hanno sempre detto di esserne a difesa ma sono stati a favore delle intercettazioni per i processi, ora che c'e' da combattere il terrorismo si svegliano improvvisamente come difensori della privacy". Sono le parole del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ospite a 'La telefonata' di Belpietro, dopo la stretta sulla possibilità di effettuare l'accesso ai computer per possibili episodi legati al terrorismo.

"La norma proposta - prosegue Alfano - non consentiva alla polizia di entrare, ma riprendeva le stesse regole delle intercettazioni telefoniche". Il ministro ha comunque sottolineato che "il testo approvato in Cdm relativo anche alla radicalizzazione sul web, resta fermo e prevede lo spegnimento dei siti se c'è un rischio di proselitismo sul web". Alfano ha spiegato che come "con i casi di mafia abbiamo la possibilità di fare severi controlli di polizia anche sui sospettati, è possibile farlo anche per i casi di terrorismo, oltre alla punibilità molto alta per chi va a combattere all'estero". Sul tema delle intercettazioni, secondo il ministro "siamo contrari all'idea che tutto quello che non è rilevante per l'inchiesta sia pubblicabile perchè magari riguarda aspetti della vita privata. Bisogna sanzionare pesantemente chi pubblica intercettazioni irrilevanti", prevedendo magari la possibilità di "un'udienza filtro magari per vedere di eliminare quelle che non sono rilevanti".

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