Renzi a Scalea: "Senza riforme vado a casa". Ok da Senato a fiducia

ROMA. Matteo Renzi prosegue il suo tour nelle scuole italiane, ma le contestazioni contro il suo Governo incalzano. Mercoledì mattina è arrivato a Scalea, nel Cosentino, paese commissariato dopo un'operazione antimafia, che ha decimato il consiglio comunale, e con un alto tasso di disoccupazione. Centinaia i cittadini assiepati dietro ai cancelli dell'istituto scolastico che hanno scandito slogan e mostrato cartelli critici verso il capo del governo, accusato di disinteresse verso i problemi del Mezzogiorno e precari.
Il primo appuntamento è stato l'incontro con gli studenti e i docenti dell'istituto comprensivo "Gregorio Caloprese". Subito dopo, la visita in Municipio, quindi la partecipazione a una manifestazione pubblica organizzata dal Pd contro la 'ndrangheta.
Per combattere la mafia è indispensabile "un impegno comune della maggioranza è fare in modo che una legge" sul voto di scambio politico mafioso sia "al più presto possibile approvata, con attenzione a che la norma sia efficace", ha detto Renzi.
Renzi ha parlato anche di spending review spiegando di condividere le parole del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, contro i tagli immotivati. Sul tetto agli stipendi dei dirigenti pubblici però "piaccia o non piaccia il governo intende andare fino in fondo. E' il modo di fare la pace con gli italiani".
Il governo incassa intanto la fiducia sul maxiemendamento al Ddl Delrio che recepisce le modifiche apportate al testo dalla commissione Affari Costituzionali e le osservazioni della commissione Bilancio. Il ddl, che ora torna alla Camera, passa con 160 "sì", 133 "no".
Nel frattempo, potrebbe avversarsi il sogno dell'ex premier Berlusconi di vedere governi con più poteri, soprattutto per il loro capi. La madre di tutte le riforme potrebbe entrare nel disegno di legge per cambiare il Senato: una proposta di Forza Italia, che avrebbe incassato un sostanziale sì da Matteo Renzi. Lo scrive il quotidiano 'La Repubblica'.
Una modifica che avvicinerebbe la figura del presidente del Consiglio a quella di altri capi di governo europei, come avviene in Francia o in Gran Bretagna. Una soluzione auspicata a gran voce negli anni da Silvio Berlusconi, che ha chiesto più volte la possibilità di affidare al premier la facoltà di revocare i ministri. Al momento esistono solo due modi: le dimissioni volontarie o la mozione di sfiducia individuale.
Una soluzione che cambierebbe la figura del capo del governo da 'primus inter pares' a vero e proprio capo dell'esecutivo. E non è l'unico punto potenzialmente in grado di rivoluzionare la Costituzione, per rendere più rapida l'approvazione delle leggi. Potrebbe entrare nella Carta la cosiddetta 'ghigliottina', la possibilità di far votare dalla Camera un testo del governo entro una data stabilita: in questo modo sarebbero rafforzati i poteri dell'esecutivo, che potrebbe evitare il continuo ricorso ai decreti per fa entrare in vigore in fretta provvedimenti urgenti.

Posta un commento

0 Commenti