Renzi: "Governo sabato e lunedì fiducia"

ROMA. Il presidente del Consiglio incaricato, Matteo Renzi, al Quirinale incontra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Al centro del colloquio l'esito delle consultazioni per la formazione del nuovo governo che si sono concluse oggi. Dopo l'incontro, scioglierà la riserva sabato e lunedì via con la fiducia.
Renzi a un passo dal nuovo governo. Dopo le consultazioni della mattinata a Montecitorio l'annuncio che dopo l'incontro questa sera con Napolitano, scioglierà la riserva sabato e lunedì via con la fiducia. Domani giornata di riflessione per stendere un documento programmatico. Ma nel pomeriggio colloquio 'pesante' con il governatore di Bankitalia, Visco. Il faccia a faccia e' durato circa un'ora, nella sede di Bankitalia.
Grillo in mattinata ha attaccato a testa bassa il neopremier nel confronto alla Camera, trasmesso in diretta streaming. "Non ho fiducia a te non per te come persona, ma per quello che rappresenti. Tu non sei credibile. Tu sei giovane, ma anche vecchio".
'Basta con Napolitano, dai...'. ha esordito Grillo, 'non sono venuto qui a parlare di programmi. Esprimo totale indignazione per ciò che sei: Non ci interessi, rappresenti De Benedetti e gli industriali'.
Renzi ha prontamente ribattuto: 'non sei mai stato democratico Non e' il trailer del tuo show, non so se sei in difficoltà sulla prevendita, se vuoi ti aiuto ma il tuo popolo ti ha chiesto di incontrarmi ma tu non sei mai stato democratico. Esci da questo blog!
Alla fine degli incontri il premier si e' detto soddisfatto: '"Dopo un giorno e mezzo molto tosto di incontri, dialoghi e approfondimenti, sono decisamente convinto che ci sono le condizioni per fare un ottimo lavoro". E ha annunciato che sabato scioglierà la riserva.
"Auguriamo buon lavoro al premier incaricato e al suo team e siamo anche d'accordo per un ringiovanimento della squadra di governo. Oggi ho incontrato un premier che ha la meta' dei miei anni e questo e' un buon segnale anche per il rinnovamento della classe dirigente". Lo ha detto Silvio Berlusconi al termine delle consultazioni con il presidente del Consiglio incaricato, Matteo Renzi. Berlusconi ha confermato la volontà del suo partito a rimanere all'opposizione, ma ha 'aperto' alle riforme costituzionali: "Abbiamo dato al presidente incaricato la nostra assoluta disponibilità a lavorare insieme e ad approvare in Parlamento le riforme" ma "siamo all'opposizione", ha ribadito Berlusconi, avvertendo: "Non ci sono possibilità di cambiamenti sulla legge elettorale perché e' stata già una decisione sofferta e ci sono stati già dei cambiamenti sugli sbarramenti che per noi non dovevano essere cosi' bassi".
Secondo il leader di FI "il Paese ha assolutamente bisogno di diventare un Paese governabile, cosa che oggi non e'. Lo posso dire essendo stato presidente del Consiglio per anni.
Abbiamo concordato per la riforma del Senato e anche qui faccio notare che c'e' un'esigenza immediata e assoluta di avere una sola Camera che approvi le leggi, possibilmente ridotta di numero e che sia dato a questa unica Camera un tempo come oggi e' dato ai decreti legge per approvare i disegni di legge, io credo il tempo massimo di 120 giorni".
Il sindaco intanto continua a lavorare alla squadra di governo che dovrebbe essere definita entro venerdì. I ministri alla fine dovrebbero essere 18 e non ci sarà la figura di vicepremier, attualmente ricoperta da Angelino Alfano che ieri, incontrando Renzi a Montecitorio, ha posto le sue condizioni in cambio di un appoggio al nuovo esecutivo.
La poltrona che più scotta resta quella dell'Economia: dopo l'ultimo rifiuto, quello di Franco Bassanini, presidente della Cassa Depositi e Prestiti, ora in pole position ci sarebbe Franco Bernabè, ex presidente di Telecom Italia, anche se circolano ancora altri nomi: Carlo Padoan, ex numero due dell'Ocse e ora a capo dell'Istat; quello del governatore di Bankitalia Ignazio Visco, anche se fonti di via Nazionale informalmente smentiscono; e l'ex rettore della Bocconi Guido Tabellini. C'è però anche chi sostiene che alla fine al Tesoro potrebbe andarci il fedelissimo di Renzi, Graziano Del Rio, che interpellato a riguardo si è trincerato dietro un "no comment".
Altro dicastero importante e ancora da definire quello dello Sviluppo Economico: in vantaggio ci sarebbero al momento Mauro Moretti, ad di Ferrovie, e ancora Bernabè in caso non finisse in via XX Settembre. Resta ancora in campo l'ipotesi di riservare a Luca Cordero di Montezemolo un posto in squadra che si occupi e tuteli il Made in Italy. Per la Giustizia, ministero su cui Alfano ha posto le sue condizioni a Renzi, continua a ricorrere il nome di Livia Pomodoro, presidente del tribunale di Milano, ma spunta ora anche quello del pm anticamorra Raffaele Cantone.

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