Renzi al Senato: incassata la fiducia. Oggi alla Camera

ROMA. Il governo Renzi incassa la fiducia del Senato e lo fa quando oramai è notte, dopo una maratona di quasi 11 ore. A Palazzo Madama sono 169 sì e 139 no. Il premier ottiene così, dopo una lunghissima giornata in Parlamento, quattro voti in meno rispetto a quelli incassati da il suo predecessore Enrico Letta l'11 dicembre scorso, dopo la fuoriuscita di Forza Italia dalla maggioranza. E ora tocca alla Camera ad esprimersi sul nuovo esecutivo: l'aula di Montecitorio è convocata per le 10 di martedì mattina.
Di buon ora il premier si rifà vivo su Twitter all'indomani del primo voto di fiducia: "Ok il Senato, adesso la Camera. Poi si inizia a lavorare sul serio. Domani scuole, lavoratori, imprenditori, sindaci a Treviso", scrive Matteo Renzi attorno alle 7.30.
Scuola, imprese, giustizia e riforme: sono questi gli argomenti principali affrontati dal premier Matteo Renzi in Senato nel suo discorso durato circa un'ora e dieci. In apertura il presidente del Consiglio ha anche citato la cantante Gigliola Cinquetti: 'Io non ho l'età per sedere al Senato', ha detto. A seguire le dichiarazioni programmatiche era seduta in tribuna al Senato la moglie del premier, Agnese Landini. Accanto a lei Marco Carrai.
Il premier è stato interrotto da 14 applausi, compreso quello finale: tutta la maggioranza ha applaudito in piedi tranne i senatori di Ncd, che sono rimasti seduti al loro posto.
"Vorrei essere l'ultimo premier a chiedere la fiducia al Senato". Esordisce così Matteo Renzi al Senato nel discorso per il voto di fiducia al suo governo. E' venuto il "tempo della responsabilità", sottolinea il premier, in cui le scelte devono essere necessarimente "radicali e decisive". Renzi riconosce che di questi tempi "la fiducia è sempre più difficile" ma il Paese è "arrugginito e incanato dalla burocrazia" e ha bisogno di una svolta.
Il segretario del Pd, per la prima volta in Parlamento - "non ho l'età" ammette -, dice di voler "parlare con franchezza". E spiega subito che il "semestre di presidenza europeo sarà l'occasione per presentare le riforme", in particolare i provvedimenti su lavoro, fisco, pubblica amministrazione, giustizia, scuola e le modifiche a Costituzione e legge elettorale. "Arrivare al primo luglio con i compiti a casa fatti", aggiunge promettendo che i tempi saranno rispettati.
Sull'orizzonte del 2018 sottolinea: "l'urgenza è quella del cambiamento". Poi tra gli applausi ironici del Movimento 5 Stelle afferma: "Noi non abbiamo paura di andare alle elezioni". Renzi definisce il suo governo "politico" e indica la strada da seguire: "Dalle scuole riparte un Paese e nasce la sua credibilità". Per questo annuncia subito un piano per l'edilizia scolastica, che "non può essere a carico di Comuni e Province".
"Renzie rappresenta le banche e i poteri forti, è giovane ma allo stesso tempo vecchio. Non è credibile. Sfiduciamo Renzie", il tweet di Beppe Grillo mentre è in corso l'intervento del presidente del Consiglio a Palazzo Madama.
E Renzi sull'Europa afferma: "Non è la madre dei nostri problemi, nella tradizione europea e europeista sta la certezza che l'Italia ha un futuro e non solo un passato. Non è la signora Merkel o il governatore Draghi a chiedere di rimettere a posto i conti pubblici ma è il rispetto nei nostri figli". Poi il ringraziamento al predecessore: "Il cambio fatto all'interno del governo non può in alcun modo oscurare i risultati del governo precedente e fatemi fare un pensiero particolare al presidente del Consiglio Letta".
Come atteso presenta gli interventi più urgenti che il suo esecutivo è pronto a mettere subito in pratica. 1) Anzitutto lo slocco totale dei debiti della Pa; 2) l'istituzione di un fondo di garanzia a sostegno delle Pmi che non riescono ad accedere al credito. E ancora: 3) riduzione "a doppia cifra" del cuneo fiscale attraverso misure serie di revisione della spesa che "porteranno a vedere risultati immediati" e 4) il nodo della giustizia da trasformare in asset: l'opinione pubblica è preoccupata dalla giusitiza penale, gli investitori scappano a causa dei tempi della giustizia civile.
Capitolo riforme costituzionali ed elettorali: è necessario, sostiene Renzi, recuperare la fiducia dei cittadini diminuendo il numero di parlamentari. E annuncia: a marzo la riforma del Senato e quella del Titolo V della Carta partiranno da Palazzo Madama e da Montecitorio. L'Italicum? "Prima parziale risposta contro la perdita di credibilità della politica".
Da ultimo Renzi lancia le sfide su cultura - "Bisogna aprirsi agli investimenti dei privati" - , integrazione - "Una bambina dopo la scuola deve poter diventare italiana" - e diritti civili - "Occorre fare lo sforzo di trovare un compromesso". E racconta le telefonate ai due marò, all'avvocatessa sfregiata con l'acido e a un amico che ha perso il lavoro.
Il Presidente Barack Obama ha espresso sostegno alla leadership del primo ministro Renzi in tema di creazione di posti di lavoro e di crescita economica. Lo rende noto la Casa Bianca nel dare notizia della telefonata tra il Presidente americano e il premier Matteo Renzi.
Intanto al Quirinale ha prestato giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan. Erano presenti, in qualità di testimoni, il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Consigliere di Stato Donato Marra, e il Consigliere Militare del Presidente della Repubblica, Gen. Rolando Mosca Moschini.
Presenti, inoltre, il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il Sottosegretario Graziano Delrio.

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