Mosca rilancia sui territori e condiziona la pace al voto. Raid russo su Odessa: 8 morti
Volodymyr Zelensky replica ai segnali provenienti dagli Stati Uniti chiarendo la propria posizione sul futuro politico dell’Ucraina. “La mia reazione è stata molto aperta – ha dichiarato il presidente ucraino – ho detto che non ho alcuna intenzione, in nessuna circostanza, di aggrapparmi alla presidenza. Naturalmente, questo vale se sarà garantita la possibilità di tenere elezioni adeguate, dignitose e democratiche”. Zelensky ha poi precisato che “non spetta a Putin decidere il formato delle elezioni”, respingendo ogni ingerenza russa nei processi democratici ucraini.
Dal fronte opposto, Vladimir Putin continua a mantenere una linea rigida. Nella conferenza stampa di fine anno, il presidente russo ha ribadito che Mosca non intende fare passi indietro sui territori occupati e che un eventuale negoziato dovrà basarsi sulle “proposte del 2024”. Secondo il Cremlino, le possibilità di una soluzione diplomatica dipendono ora da Kiev e dall’Europa: “La palla è nel loro campo”, ha affermato Putin.
Il leader russo si è detto disposto a “fermare i raid” solo a condizione che l’Ucraina vada al voto, legando esplicitamente la tregua a un cambiamento politico interno. Sul fronte economico, dopo la decisione di Bruxelles di procedere con un prestito ponte garantito dagli asset russi congelati, Putin ha lanciato un duro avvertimento: “L’uso di quegli asset è una rapina e reagiremo”, minacciando contromisure.
Nel frattempo proseguono i contatti diplomatici: sono in corso nuovi colloqui negli Stati Uniti tra leader europei e alleati per coordinare la strategia politica, militare ed economica a sostegno di Kiev.
Sul terreno, la guerra continua a mietere vittime. Un attacco missilistico russo ha colpito le infrastrutture portuali di Odessa, nel sud dell’Ucraina, provocando almeno otto morti e ventisette feriti. Le autorità locali parlano di gravi danni alle strutture strategiche del porto, uno snodo fondamentale per l’economia ucraina e per le esportazioni sul Mar Nero.
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