Riforma della Corte dei Conti: il Senato approva il ddl, opposizioni all’attacco


Roma - Il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge sulla riforma della Corte dei Conti, confermando il testo già licenziato dalla Camera. Tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni sono stati respinti. Il provvedimento diventerà legge una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

A Palazzo Madama, i voti a favore sono stati 93, i contrari 51 e 5 gli astenuti. In mattinata le opposizioni avevano tentato di bloccare il ddl con una pregiudiziale di non passaggio al voto, ma l’Aula l’ha respinta (sì 49, no 99, un astenuto). Successivamente, sono stati respinti circa 200 emendamenti presentati dalle minoranze.

Il ddl, a prima firma di Tommaso Foti (Fdi), modifica le funzioni della Corte dei Conti, limitando la responsabilità amministrativa dei pubblici ufficiali e riscrivendo la fattispecie della colpa grave. Introduce inoltre nuove funzioni consultive per i magistrati contabili e rende strutturale lo scudo erariale introdotto durante la pandemia da Covid-19.

L’Associazione Magistrati della Corte dei Conti ha commentato con durezza: “Oggi si scrive una pagina buia per tutti i cittadini. Si tratta di un passo indietro nella tutela dei bilanci pubblici e un indebolimento del principio di responsabilità nella gestione del denaro pubblico”.

Dal governo, il sottosegretario Alfredo Mantovano ha difeso la riforma: “Non c’è unanimità di dissensi tra i giudici contabili; più di uno ha manifestato favore nei confronti della riforma”.

Il provvedimento nasce, secondo la maggioranza, con l’obiettivo di contrastare la cosiddetta “firmite”, la paura di firmare atti da parte degli amministratori pubblici, ma le opposizioni temono un indebolimento dei controlli su sprechi e scorrettezze.

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