Accessibilità, diritti e politiche inclusive: al Comune di Bari l’assemblea di PugliAccessibile sul futuro delle politiche pubbliche


Dall’assemblea di “PugliAccessibile” un appello alle istituzioni: l’inclusione non può restare simbolica, ma deve diventare responsabilità strutturale della pubblica amministrazione e leva per uno sviluppo turistico e sociale realmente universale

Si è svolta presso il Comune di Bari l’assemblea di “PugliAccessibile”, un momento di confronto aperto e articolato sui temi della disabilità, dell’accessibilità e del ruolo delle istituzioni nella costruzione di una società più equa e inclusiva. Un dibattito che ha messo al centro non solo le barriere fisiche, ma soprattutto quelle culturali e organizzative che continuano a limitare la piena partecipazione di milioni di cittadini alla vita pubblica.

Hanno partecipato i soci: Giovanni Carrassi, Andrea Abrescia (in collegamento), Dr. Nicola Marzano, Franco De Mario, Giuseppe Pagliarulo, Raffaele Sforza, Ivana Palieri, Cassandro Marina, Garibaldi Giuseppe Lopane, Corrado Africano, Ranieri Lucrezia, Loporcaro Caterina, Donato Cippone, Nicola De Toma, Clara Nanna, Giorgio Skoff (in collegamento), Donatella Albergo, Giuseppe Mariani, Antonio Guida, Alessandro Massafra (in collegamento), Valerio Vastarella (in collegamento), Titti Ruggiero (in collegamento).

Presente anche Italo Carelli, consigliere comunale con delega “alle politiche per le persone con disabilità e per la promozione di città e comunità accessibili e inclusive nella Città Metropolitana di Bari”. 

Dall’incontro è emersa con forza la necessità di superare una visione episodica e simbolica dell’accessibilità. L’inclusione non può essere confinata a giornate celebrative o a iniziative occasionali, ma deve diventare un principio strutturale delle politiche pubbliche, capace di orientare la progettazione urbana, i servizi, la comunicazione e le scelte amministrative. Senza una reale consapevolezza del bisogno, è stato ribadito, anche le migliori soluzioni tecniche rischiano di rimanere inefficaci.

Particolare attenzione è stata posta sul rapporto tra competenze tecniche e responsabilità politica. La tecnica è uno strumento indispensabile, ma non sufficiente se non sostenuta da una chiara volontà istituzionale e da una pressione sociale organizzata. L’accessibilità deve essere integrata fin dalla fase di progettazione degli interventi pubblici, dalla mobilità alla viabilità, dalla digitalizzazione dei servizi alla gestione degli spazi urbani.

Nel corso dell’assemblea è stato ripercorso anche il cammino dell’associazione Puglia Accessibile, nata con l’obiettivo di promuovere il turismo accessibile in Puglia. Un percorso avviato a partire da dati concreti che hanno evidenziato forti criticità nel sistema ricettivo regionale, con una percentuale minima di strutture realmente accessibili. Da qui l’impegno in attività di sensibilizzazione, formazione e dialogo con operatori e istituzioni, in un contesto che presenta ancora ampi margini di miglioramento.

È stata inoltre evidenziata la contraddizione tra la promozione di un territorio accogliente e la realtà quotidiana vissuta dalle persone con disabilità, spesso costrette a confrontarsi con città poco praticabili, percorsi pedonali inadeguati e servizi non pienamente fruibili. Una distanza che non riguarda solo le infrastrutture, ma il modo stesso di concepire lo spazio pubblico e i diritti di cittadinanza.

L’assemblea ha rappresentato anche un passaggio formale rilevante per la vita associativa, con l’avvio dell’iter di approvazione dello statuto e il percorso verso l’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), passaggio considerato strategico per rafforzare il ruolo dell’associazione e la sua interlocuzione con le istituzioni.

Dall’incontro è arrivato infine un messaggio chiaro: l’accessibilità non è un tema settoriale, ma un indicatore di civiltà e di qualità democratica. Una sfida che riguarda l’intera comunità e che chiama in causa la capacità delle istituzioni di ascoltare, programmare e agire, assumendo l’inclusione come parte integrante delle politiche di sviluppo e di coesione sociale.

Nel dibattito è stato più volte richiamato il bisogno di passare da una logica emergenziale a una visione sistemica, capace di riconoscere la disabilità come una condizione trasversale e non come un’eccezione. In questo senso, l’assemblea ha evidenziato come l’assenza di una progettazione inclusiva produca effetti che ricadono sull’intera collettività, incidendo sulla qualità della vita urbana, sull’accesso ai servizi e sulla possibilità di esercitare pienamente i diritti di cittadinanza.

Ampio spazio è stato dedicato anche al tema della partecipazione. Le associazioni e i cittadini coinvolti hanno sottolineato la necessità di un dialogo strutturato e continuativo con le amministrazioni locali, affinché le politiche pubbliche possano essere costruite a partire dall’ascolto dei bisogni reali e dall’esperienza diretta delle persone. Un confronto che, secondo quanto emerso, deve tradursi in strumenti operativi, tavoli di lavoro e percorsi di coprogettazione, evitando approcci formali o meramente consultivi.

In questo quadro, PugliAccessibile ha ribadito la propria disponibilità a contribuire attivamente ai processi decisionali, mettendo a disposizione competenze, dati ed esperienze maturate sul campo. L’obiettivo dichiarato è quello di affiancare le istituzioni in un percorso di crescita culturale e amministrativa, che renda l’accessibilità un elemento strutturale delle politiche territoriali, dalla pianificazione urbana alla mobilità, fino alla promozione turistica.

L’assemblea si è chiusa con l’impegno a proseguire il lavoro avviato, rafforzando la rete associativa e consolidando il confronto con gli enti pubblici. Un percorso che guarda al futuro, nella convinzione che l’inclusione non rappresenti un costo, ma un investimento strategico per lo sviluppo sostenibile, la coesione sociale e l’immagine stessa del territorio.

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