Brescia, 7 novembre 2025 – Il Tribunale del Riesame di Brescia ha annullato il decreto di perquisizione e sequestro dei dispositivi elettronici disposti nei confronti dell’ex procuratore Mario Venditti e del pubblico ministero Pietro Paolo Mazza, indagati nell’ambito dell’inchiesta “Clean 3” per corruzione e peculato.
Il provvedimento accoglie i ricorsi presentati dagli avvocati Massimo Dinoia (per Mazza) e Domenico Aiello (per Venditti). Secondo l’accusa, i due magistrati avrebbero ricevuto “varie utilità”, tra cui pranzi e sconti per automobili, quando lavoravano alla Procura di Pavia.
Le motivazioni del ricorso
La difesa ha contestato che la Procura avesse utilizzato nel decreto parole chiave non pertinenti alle ipotesi di reato, con l’effetto di ampliare indebitamente il perimetro delle indagini. Gli avvocati hanno definito tale uso delle parole “una sorta di cavallo di Troia”, sostenendo che l’obiettivo fosse indagare più ampiamente su procedimenti gestiti da Mazza, andando oltre le accuse legate all’inchiesta “Clean 3”.
Secondo stop alle indagini
Si tratta del secondo provvedimento sfavorevole alla Procura di Brescia nel giro di pochi giorni. Il Riesame aveva già annullato altri decreti di perquisizione nei confronti di Venditti e di due ex carabinieri, Giuseppe Spoto e Silvio Sapone, nell’ambito di un diverso filone investigativo collegato al delitto di Garlasco.
Le motivazioni dettagliate delle decisioni non sono ancora state rese note.
Le parole del legale di Mazza
“L’ordinanza ha accolto le nostre censure, fondate sull’assoluta mancanza di indizi, e ha reso giustizia a un magistrato che si è sempre distinto per correttezza ed equilibrio”, ha dichiarato l’avvocato Massimo Dinoia, legale di Mazza. “Ero fiducioso sull’esito del ricorso e ora sono molto soddisfatto”, ha aggiunto.
Mazza, lo scorso 9 ottobre, era stato oggetto di perquisizioni e sequestri da parte dei pm bresciani nella sua abitazione e nel suo ufficio in Procura a Milano.

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