Manovra 2025, Giorgetti difende i tagli Irpef: “Aiutiamo il ceto medio, non i ricchi”


Bergamo, 9 novembre 2025
– La Manovra economica 2025 resta al centro del dibattito politico. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha difeso ieri le misure fiscali approvate dal governo, intervenendo in collegamento con il Festival dei Territori Industriali di Bergamo. “Abbiamo cercato di aiutare non i ricchi, ma chi guadagna cifre ragionevoli – ha affermato – e siamo stati attaccati da chi ha la possibilità di farlo, ma riteniamo di essere nel giusto”. Il riferimento è ai rilievi di Banca d’Italia, Corte dei Conti, Istat e Upb, secondo cui il taglio dell’Irpef favorirebbe soprattutto i redditi più alti.

Secondo Giorgetti, la definizione di “ricco” utilizzata dagli organismi tecnici sarebbe discutibile: “Se ricco è chi guadagna 45 mila euro lordi l’anno, poco più di 2 mila euro netti al mese… noi siamo intervenuti sul ceto medio. L’anno scorso abbiamo destinato circa 18 miliardi di euro ai redditi fino a 35 mila euro, quest’anno abbiamo coperto anche la fascia fino a 50 mila euro. Una logica sensata, considerando l’orizzonte pluriennale”.

Il ministro ha inoltre sottolineato che i tagli al cuneo contributivo introdotti negli anni precedenti sono stati resi stabili e definitivi, “non si tratta di misure occasionali, ma confermate anche per quest’anno”.

Banche e credito all’economia reale

Giorgetti ha affrontato anche il tema delle banche, invitandole a tornare a concentrarsi sul credito tradizionale. “Per un sistema industriale come il nostro, il credito bancario resta fondamentale. È più semplice per le banche gestire patrimoni statici, ma per l’economia reale è importante che questi capitali vengano messi in circolo”. Il ministro ha ricordato gli strumenti statali di supporto al credito, come le garanzie di Mediocredito Centrale e Sace, e auspicato una maggiore attenzione delle banche agli investimenti produttivi.

Iper e superammortamenti

Riguardo agli incentivi fiscali per gli investimenti, Giorgetti ha ribadito l’impegno del governo a trovare soluzioni per iperammortamenti e superammortamenti, strumenti che “danno impulso automatico agli investimenti e permettono agli operatori di pianificare con certezza il futuro”. L’obiettivo sarebbe renderli pluriennali, per garantire stabilità agli investimenti industriali.

La replica del Pd

Dal Pd arriva una dura critica. La segretaria, Elly Schlein, ha commentato: “Il ministro dovrebbe guardare i dati dell’Istat, non quelli del Pd. L’Istat segnala che l’85% dei benefici del taglio Irpef riguarda le famiglie più ricche della fascia considerata. Chi guadagna 30 mila euro riceverà circa 30 euro in più all’anno, mentre chi guadagna 199 mila euro beneficerà di 440 euro. Inoltre, la pressione fiscale resta al massimo storico degli ultimi dieci anni, 42,8%”. Schlein ha definito l’intervento governativo una propaganda, ribadendo che le scelte favoriscono soprattutto i redditi elevati.

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