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Roma, 7 novembre 2025 – Giornata densa di sviluppi sul fronte mediorientale, tra chiusure di confini, incontri diplomatici e nuovi raid militari.
La Mezzaluna Rossa egiziana ha reso noto questa mattina che Israele ha chiuso i valichi di Kerem Shalom e Al-Awja, al confine con l’Egitto e la Striscia di Gaza, bloccando l’ingresso degli aiuti umanitari destinati alla popolazione palestinese. Secondo quanto comunicato dalle autorità israeliane, la decisione è stata motivata dalla concomitanza di una giornata festiva nazionale sia in Israele che in Egitto. Tuttavia, la sospensione temporanea dei transiti rischia di aggravare ulteriormente la già critica situazione umanitaria nella Striscia, dove la carenza di cibo, acqua e medicinali rimane drammatica.
Sul piano diplomatico, il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha accolto al Quirinale il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), Mahmoud Abbas (Abu Mazen). “Per la Repubblica Italiana è un grande piacere averla qui a Roma, confermando la grande amicizia che lega Palestina e Italia”, ha dichiarato Mattarella, sottolineando che l’ANP “è un interlocutore assolutamente fondamentale per l’Italia e per la comunità internazionale”. Dopo l’incontro al Quirinale, Abu Mazen è stato ricevuto anche da Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.
Il viaggio del leader palestinese in Italia mira a rafforzare i rapporti bilaterali e a rilanciare il sostegno internazionale al processo di pace, in un momento di forti tensioni nella regione.
Intanto, sul fronte militare, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno comunicato di aver colpito “diversi depositi di armi” appartenenti a un’unità d’élite di Hezbollah, localizzati “nel centro di aree popolate da civili”. Secondo quanto riferito da fonti militari israeliane, l’operazione mirava a neutralizzare infrastrutture usate dal movimento libanese per lanciare attacchi contro il territorio israeliano.
Le tensioni lungo il confine tra Israele e Libano si sommano al protrarsi della crisi nella Striscia di Gaza, delineando un quadro regionale in costante deterioramento. Mentre la diplomazia internazionale tenta di riaprire spazi di dialogo, gli sviluppi sul terreno continuano a mostrare la fragilità di ogni tregua e la difficoltà di un ritorno stabile alla pace.
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