Pavia – Una nuova analisi biostatistica condotta dalla genetista Denise Albani, nominata dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli nell’ambito dell’incidente probatorio sull’omicidio di Chiara Poggi, indica una “piena concordanza” tra l’aplotipo Y rilevato nel 2007 sotto due unghie della vittima e la linea paterna di Andrea Sempio.
La notizia è stata riportata dai principali quotidiani nazionali, tra cui Corriere della Sera, Repubblica e Il Messaggero, secondo cui la comunicazione della perita è stata inviata ai consulenti delle parti e alla Procura. La perizia definitiva sarà depositata a inizio dicembre e discussa in udienza a Pavia il 18 dicembre.
Cosa emerge dalla relazione di Albani
Secondo l’analisi di Albani, l’aplotipo Y trovato sulle unghie di Chiara Poggi appartiene a un gruppo familiare molto ristretto, riconducibile alla linea maschile di Sempio. Pur precisando che il cromosoma Y non è univocamente identificativo, la genetista ritiene che i dati disponibili siano sufficienti per parlare di piena concordanza.
Il risultato della perizia ribalta quanto stabilito undici anni fa dal genetista Francesco De Stefano, perito della Corte d’Appello bis, che aveva escluso quel Dna considerandolo “non consolidato”. De Stefano aveva condotto gli accertamenti su campioni non omogenei, contribuendo alla condanna di Alberto Stasi e alla prima archiviazione di Sempio nel 2017.
La discussione prevista il 18 dicembre dovrà chiarire come quella traccia biologica sia finita sulle mani di Chiara Poggi, se attraverso un contatto diretto nei momenti del delitto o tramite trasferimento indiretto.
Interpretazione degli inquirenti
Gli investigatori considerano l’analisi di Albani un elemento che conferisce alto valore di compatibilità tra il profilo genetico parziale rinvenuto e la linea maschile della famiglia Sempio. Al contrario, il cosiddetto “Ignoto 2” risulta escluso come possibile match con Stasi o altre persone a cui era stato prelevato il Dna.
La reazione di Andrea Sempio
Sempio, 37 anni, si è detto “amareggiato” per la diffusione di indiscrezioni sui risultati della perizia prima del deposito ufficiale. Fonti vicine al giovane sottolineano che rimane convinto della propria innocenza e si affiderà ai suoi consulenti per dimostrarla nei prossimi passaggi giudiziari.

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