Chieti, 26 novembre 2025 – Continua a far discutere la vicenda della famiglia che da anni vive in un bosco del Chietino e i cui tre figli minori sono stati allontanati dal Tribunale dei minori de L’Aquila e collocati in una struttura protetta. Nelle ultime ore sono arrivate due novità rilevanti: l’intervento del ministro della Giustizia Carlo Nordio e la decisione dell’avvocato della famiglia di rimettere il mandato.
L’avvocato rinuncia: “Pressioni esterne troppo forti”
Il legale che finora aveva assistito i genitori, Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, ha comunicato la propria rinuncia all’incarico. All’origine della decisione, ha spiegato, ci sarebbero “troppe pressanti ingerenze esterne” che avrebbero “incrinato la fiducia posta alla base del rapporto professionale che lega avvocato e cliente”.
La difesa dei due genitori passa ora agli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, del foro di Chieti. I nuovi legali hanno pochi giorni per agire: entro il 29 novembre dovranno presentare ricorso alla Corte d’Appello dell’Aquila contro l’ordinanza che ha disposto l’allontanamento dei bambini.
Intanto, da fonti vicine al fascicolo emerge che non sarebbe la prima volta che la famiglia tenta di sottrarsi ai controlli: già un anno fa Catherine Birmingham avrebbe lasciato l’Abruzzo per rifugiarsi nel Bolognese insieme ai figli, nel tentativo di evitare gli interventi dei servizi sociali.
Nordio: “Pronti ad agire se emergono profili disciplinari”
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo al question time alla Camera. Il Guardasigilli ha annunciato di aver attivato immediatamente l’Ispettorato per acquisire tutti gli atti relativi alla decisione del tribunale dei minorenni dell’Aquila.
«Laddove dovessero emergere profili di rilievo disciplinare eserciterò i poteri conferiti dalla legge», ha dichiarato Nordio. Il ministro ha precisato che la documentazione richiesta “non è ancora pervenuta” e ha ribadito che il tema “della stabilità affettiva del minore” è “di una delicatezza assoluta”.
Una vicenda complessa che continua a dividere
Il caso resta estremamente sensibile e al centro dell’attenzione pubblica, con posizioni spesso contrapposte tra chi critica l’allontanamento e chi invece sostiene l’intervento dei servizi sociali. Le prossime settimane saranno decisive: la Corte d’Appello dovrà valutare il ricorso della famiglia e chiarire se sussistano i presupposti per confermare o meno la misura di protezione.

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